mercoledì 25 dicembre 2013

Notte

Questo è uno dei momenti che preferisco.  Notte,  23.44, 25/12/13. Buon Natale stronzi. Poco importa della festività. Vacanze, tempo da dedicare a me stesso. Tempo per il relax,  tempo per i pensieri. E allora musica, tanta musica.  Da qui fino a tarda notte, testi malinconici, riflessivi, momenti di festa.  Riproduzione casuale. Che bella la vita,  quanti problemi e quante gioie,  quanti ricordi,  quanti buoni propositi. La notte porta consiglio, dubbi e idee. I pensieri vanno,  la notte avanza.  And you let her go.

venerdì 20 dicembre 2013

Selezione all'ingresso

Filtrare i contenuti.

In ogni campo, in ogni circostanza. 

Caso particolare: amore.

Chi la spunta tra apparenza e materia grigia? Risposta scontata per più di qualcuno. 

Sto scoprendo che in realtà ci sono molti più criteri di valutazione del solo aspetto fisico. L'oca ormai ha perso valore. Forse è una diretta conseguenza del mio sempre maggiore interesse verso cultura e dibattito, ma credo che sia fondamentale per una donna avere un QI superiore a quello di una scimmia. Sono infame e cattivo fino alla fine, si. Sto decisamente capendo quanto deleterio sia incontrare una persona che parla solo di cose banali e scontate: sono pericolose, cazzo! Provano a portarti al loro livello e poi ti battono con l'esperienza. 

"Selezione all'ingresso" è un titolo contrastante con il contenuto del post. Citazione dalle Sacre Scuole, che forse il 10% di voi conoscerà. Contenuto dei loro brani? (si, sono cantanti mica male) Festa, droga, sesso facile, soldi. Ecco, non esattamente quello che cerco.

Però dai, siamo stati tutti in balia del divertimento e dei piaceri. Io lo sono ancora, non crediate il contrario, sabato si fa festa come sempre. Forse però per me è arrivato il momento di cercare qualcosa di più. Il contenuto oltre all'apparenza e all'appagamento fisico. Qualcuno con cui confrontarmi direttamente su argomenti di qualsiasi genere, che non aspetti fine scuola per chiedermi com'è andata, che mi faccia sentire a casa. Certo, ci vuole tempo, sacrificio (le tentazioni sono molteplici), pazienza, coraggio, fortuna, ma non è qualcosa di così impossibile secondo me. Di sicuro anche l'occhio vuole la sua parte. 

Non sono così sicuro di volere una persona al mio fianco, l'ho detto nei post precedenti e lo ribadisco ora. Sto aspettando l'occasione giusta, il momento giusto arriverà di conseguenza. Sicuramente. La mia ricerca e i miei tentativi di relazionarmi col gentil sesso finiscono qui, con un'insoddisfacente risultato e un pugno di sabbia in mano: nulla di utile. Io non muoverò più un solo dito per costruire qualcosa di serio.
 Probabilmente esagero e sono solo l'ultima ruota del carro, un coglione montato che crede di saperne più di tutti, o semplicemente una persona che deve stare sola. Quindi non datemi retta perché potrebbe essere pericoloso: potreste pensarla in modo diverso da molti. Provate magari a dimostrare il contrario.

Peace

martedì 17 dicembre 2013

Mai arrendersi

Volere è potere, dannazione. Lo volete capire?

Noi vinceremo, noi abbiamo delle qualità, noi dobbiamo andare per la nostra strada, noi dobbiamo seguire le nostre passioni. Noi non dobbiamo giustificare i nostri comportamenti a nessuno. Spesso bisogna lasciarsi guidare dall'istinto per fare la scelta giusta.


Per primeggiare bisogna credere in sé stessi, essere egocentrici, convinti di potercela fare, determinati e agguerriti, pronti a superare ogni ostacolo. Le occasioni non mancano, sono veramente da tutte le parti: sta a noi cogliere quelle giuste al momento giusto.


Questo è il messaggio che personalmente mi è giunto dopo l'assemblea di istituto. Sono rimasto piacevolmente colpito dall'intervento di tutti i relatori, e ciò che mi pare giusto sottolineare è che la chiave siamo noi giovani: noi possiamo fare tutto. Nessuno può fermarci, figuriamoci i professori. 


Sentivo il grande bisogno di scrivere queste parole anche perché oggi è stata una giornata molto significativa sul piano del profitto scolastico. Credo di essere tornato sul binario giusto: finalmente ho percepito che lo studio fatto per oggi oltre ad essere stato ben fatto è stato appassionato, piacevole, utile. Posso affermare di aver ritrovato il piacere per lo studio dopo un lungo periodo che posso etichettare come "studio per necessità".


Adesso la strada è in discesa, e le idee arrivano alla mia mente in modo più chiaro, veloce e semplice. Ho molte più certezze e sono più sicuro dei miei mezzi.


 La maturità fa meno paura.





lunedì 9 dicembre 2013

2013

Lunedì. 

L'ennesimo, noiosissimo, intensissimo, devastante lunedì.
Matematica è andata, poi tutto in discesa. Meno male.
Oggi pomeriggio sono entrato su Facebook: "Guarda il tuo 2013 in breve". Non ho esitato. Click.

Che anno lungo, quante emozioni!
Tramite foto, stati, video, registrazioni, ho potuto ricordare gli eventi che hanno caratterizzato questo 2013 ricco di novità, ostacoli e gioie. 

Una pizza il primo di gennaio, la settimana dell'orientamento, Papa Francesco, i miei soliti problemi con la matematica, la nuova società sportiva, le serate con gli amici, il Parlamento Europeo, l'amore. Non mi sono fatto mancare proprio nulla, questo è certo.

Tutto sommato è stato un anno positivo, ricco di esperienze significative, che credo (e spero) mi abbiano migliorato come persona. Di certo è cambiato radicalmente il mio modo di vedere il mondo, di affrontare la realtà, di dialogare con le persone, di creare dei legami, di vivere lo sport, di partecipare alle attività scolastiche, di relazionarmi coi miei genitori. 

Non resta che vivere gli ultimi scampoli di questo dicembre ricco di impegni e interrogativi (che si fa a Capodanno?) nella speranza di vivere un 2014 esaltante, sicuramente significativo dal punto di vista scolastico, sportivo e sociale. Di certo non mancheranno i miei amici a farmi compagnia. E' il nostro anno, il nostro momento. Andiamo!

domenica 1 dicembre 2013

Natale

Domenica. Ormai saprete che è il peggior giorno della settimana per me, ma non questa volta. Abbiamo conquistato la vetta della classifica del campionato, e vogliamo rimanere in alto. Forza ragazzi!

Passiamo al vero tema della serata: il Natale

Eviterò commenti a stampo religioso in quanto, nonostante l'educazione cattolica ricevuta, non mi ritengo un credente anche solo sufficientemente credibile ed informato per discutere di qualsiasi cosa tocchi la Chiesa, organo che a mio parere sta piano piano riacquistando credibilità grazie a Papa Francesco.

Andiamo dritti al punto: vedetela come volete, non voglio convincere nessuno, ma io penso che il Natale sia finzione.

Prendetemi pure per il primo idiota che passa per strada con una folle idea, ma secondo me molte famiglie si riuniscono allo stesso tavolo, in occasione del Natale, solamente perché è un'abitudine pranzare assieme a Natale o per mostrare di essere unite.

Tralasciando il mito di Babbo Natale, la più grande presa per il culo della nostra infanzia, credo che il problema principale sia questo: perché creare ambienti felici e gioiosi con persone che magari non si vedono da tempo o con cui ci sono sempre dissidi? Io sinceramente non lo capisco. In generale, non condividerei nulla con chi non mi da nulla o addirittura mi trascura. E' anche vero che esiste un tragico rovescio della medaglia: c'è chi il Natale vorrebbe riuscire veramente a passarlo coi propri cari, che per un motivo o per l'altro, sono impossibilitati a partecipare a questo momento di unione e gioia. Mi ritengo comunque fortunato a non aver mai vissuto simili situazioni, e in quanto non consapevole delle sensazioni che si provano in questi casi, la chiudo qui col discorso.

Dopo questa fortunatamente breve, ma polemica e forse eccessivamente drammatica rappresentazione della "famiglia", è ora di passare a ciò che c'è di bello in questa festa: l'ambiente, il clima, l'aria che si respira a Natale. Gli alberi pieni di addobbi, le strade ricche di decorazioni, i regali, quelli che si fanno col cuore, le cioccolate calde, i pomeriggi di vacanza passati di fronte al caminetto con la coperta e un film in televisione, magari con la propria dolce metà.

Oggi è iniziato il mese di Dicembre: tante sono le problematiche che porta con sé, dalla conclusione del primo quadrimestre, alle mille verifiche che ci aspettano, passando per la simulazione di prima prova. Non posso trascurare il richiamo di preparazione atletica che dovrò affrontare tra qualche settimana e che sarà fisicamente devastante, e non posso nemmeno pensare di abbassare la guardia: domenica c'è un'altra sfida, un'altra battaglia da vincere, ci sono altre botte da prendere, altri gol da segnare, altre gioie da vivere. Ah si, l'assemblea di istituto indovinate un po' chi deve organizzarla? Sempre io (assieme agli altri ovviamente). Altra sfida non da poco.


Forse anche per questo il Natale è bello: perché arriva alla fine di un tunnel molto difficile da attraversare.

Riuscirò a vedere la luce?


venerdì 29 novembre 2013

Radici

Qualche giorno fa mi sono trovato di fronte a una scelta. Una scelta forse non importante, ma che avrebbe potuto comportare l'esclusione di quello che ormai è un rito per tutti coloro che frequentano la quinta superiore.

Trattasi della gita. L'ultima serie di disavventure tutti assieme, all'insegna di svaghi di qualsivoglia genere e ansia pre-maturità. Un insieme di emozioni talmente grande da non capirci più una mazza. Partecipare o no? La scelta sembra ovvia. Ma così non è stato.

La scelta che ho fatto è quella di non partecipare alla gita al fine di prolungare quello che sarà il mio post-maturità una volta arrivati a fine anno. Il viaggio in Spagna. Il ritorno alla mia seconda casa.

Sono quattro anni che non vado in Spagna, e devo dire che mi manca un sacco. Lì si respira un'aria diversa, si vive in modo diverso, si pensa in modo diverso. Non ci si fa assillare dai problemi, si sorride sempre.
Si mangia splendidamente, l'acqua del mare è limpida, il Sole non si assenta mai, le persone sono cordiali.
Lì ci sono parenti che purtroppo conosco troppo poco, e altri che vorrei incontrare per poter raccontare loro chi sono, come va la mia vita, e come va la loro, soprattutto.

Poi c'è la questione della lingua: devo tenermi allenato con lo spagnolo, sicuramente mi sarà utile in futuro. Sono fortunato ad essere bilingue dalla nascita e non voglio perdere questa capacità.

Infine il divertimento: si, in Spagna ci si diverte. E non poco. Anzi, più che qui in Italia. Stare per un mese in un paese "nuovo" oltretutto ti libera dai giudizi, e ti rende più coraggioso e menefreghista delle tue azioni. Con gli amici che intendo portare con me, poi, le risate sono assicurate, così come le giornate rilassanti. Siamo pronti a partire?

No, manca una cosa: la maturità.

martedì 26 novembre 2013

Le scuole medie

Reazione all'argomento:

Tre anni passati in preda a ormoni e invasioni di brufoli. Quanti ricordi però! 

Parlo per me: che classe straordinaria. Professori a dir poco esilaranti, noi piccoli idioti che li prendevamo in giro in tutte le maniere possibili. 
Partite infinite a calcetto, modi di dire ridicoli, lezioni di albanese (grazie Amarildo, presto verremo a trovarti in massa, dreich) 
Ma soprattutto, l'unità creatasi è una delle cose che mi è sempre rimasta in mente: eccetto per alcuni compagni persi per strada, il gruppo è sempre rimasto compatto. Ama, Muz, Furli, Gaudi (oggi Rubens), Bomba, Brusa, Bet, tutti mitici compagni con cui ho condiviso ogni genere di disavventura. 
Alle scuole medie siamo tutti abbastanza cretini, come detto, e tendiamo a trasgredire per gioco, per sentirci grandi. Tendiamo a prendere in giro la gente e a sentirci forti per questo, ignorando che la critica principale dovrebbe essere rivolta a noi stessi.
 Noi nel nostro piccolo ci accontentavamo di stare assieme, ed è così che siamo durati nel tempo. Grandi ragazzi. Anche se ora siamo lontani è sempre un piacere sentirsi al sabato per trovarsi e divertirsi assieme, ogni volta di più. Abbiamo rotto finestre, visto materassi volare da una stanza all'altra, fatto tante, tante risate tutti assieme. Siamo cresciuti, e siamo sempre qui, Juventini e Milanisti contro me, l'unico Interista. Solite storie, soliti sfottò, solite prese in giro. 

A quando la prossima serata da ingestibili?

Rischiare

Timidezza. Paura di non risultare interessante. Necessità di certezze. Ecco cosa sto vivendo in questo periodo: una situazione insolita, che mi spinge a cercare qualcosa o qualcuno, a trovare un riferimento di qualsiasi genere per orientarmi in questo mondo frenetico e monotono, che sembra punti a distruggermi giorno dopo giorno.

Perdo il conto dei giorni, passo dal voler far festa alla noia più totale, volo con la mente verso nuovi mondi, mi deconcentro, sono passivo, troppo passivo per i miei gusti. What's happening?

Ma soprattutto, non rischio. Perché non mi metto in gioco? Perché non provo a cambiare la situazione? Forse è anche per questo che sto pubblicando pochi post qui sul blog. Mi sto lasciando trascinare dalla corrente. Voglio cambiare rotta, prendere la mia strada.

"Se si vive una volta sola, vivo col cuore in gola", dicono i Club Dogo.

 Non lasciatevi scappare quest'occasione.

domenica 24 novembre 2013

Ricordi

Buongiorno a tutti.                                                             11.27 del 24 Novembre 2013. Domenica.

La serata di ieri è stata piena di sorrisi.

Motivo meno importante: persone che non mi sarei mai aspettato che potessero visitare il blog mi hanno fatto i complimenti. Ringrazio sentitamente e spero di tornare a pubblicare post con una certa frequenza.

Motivo più importante e centrale della questione: ho rivisto dopo un mese il mio migliore amico di infanzia, il grande "Vazz".
Io e Vazz ci conosciamo praticamente da quando eravamo in culla e abbiamo passato i primi dieci anni della nostra vita sempre assieme. Trascorrere una serata con lui vuol dire divertimento assicurato.
Ieri sera, oltre al divertimento, abbiamo ricordato i nostri momenti più belli e le cose più assurde passate in questi anni.
E' stato fantastico, veramente.

"E lei, dov'è finita?"
"Lui adesso studia in America"
"Di lui non si sa più nulla"

Frasi di circostanza che però fanno sperare in una riconciliazione, non so quanto imminente.
Di sicuro l'intento di ritrovarsi c'è, perché ci sono certi amici a cui avremmo voluto dare di più e che probabilmente avrebbero voluto trasmetterci di più.

Nonostante la distanza e il poco contatto con i vecchi compagni di classe, mi capita di pensarci ancora, magari un giorno ci rivedremo.

Tanto la vita è lunga, no?



domenica 17 novembre 2013

Estenuanti attese

Domenica sera, probabilmente il peggior momento della settimana.

Sette giorni dopo, mi ritrovo ancora sul letto, pieno di pensieri. Della musica. Buona musica: Spettro, artista emergente del pordenonese, a cui vanno i miei più sinceri complimenti per il disco. Super! Bravo, ecco chi ce la sta facendo. Ti auguro il meglio.

Tornando a me: domani altre due ore di matematica: sarà verifica, sarà guerra. Lo so, ho una visione abbastanza drammatica di questa materia (nonostante faccia lo scientifico), ma io veramente non posso farcela. Non vedo l'ora di poter andare a studiare quello che mi piace, senza dovermi concentrare su cose verso cui non ho particolare interesse. Tutto ciò è monotono e noioso.

Dall'inizio di quest'anno infatti sono entrato in  un'ottica che forse non è troppo buona per affrontare la quinta superiore, ma credo possa essere un punto di partenza per l'università. Credo che non abbia senso perdere troppo tempo in cose che non mi piacciono. La passione ci trascina nel fare le cose, secondo me.

Sette giorni dopo l'apertura del mio blog mi sento più libero, perché qui dico ciò che penso, senza paura.

Sette giorni dopo l'apertura del mio blog mi sento più aperto, perché ho riflettuto assieme ad alcuni di voi su ciò che ho scritto, e ho sentito diverse opinioni, che mi hanno fatto pensare molto.

Sette giorni dopo l'apertura del mio blog credo di avere fatto la scelta giusta. Magari è presto per dirlo, magari è solo un piccolo e ai vostri occhi insignificante gesto, ma la sola idea di poter esprimere un'opinione è per me qualcosa di piacevole e necessario.

Comunicare è il mio fine. Perché continuare a studiare matematica?

Buona settimana a tutti voi.


venerdì 15 novembre 2013

La proletaria si è mossa

Caro Giovanni Pascoli, 

Mi trovo costretto a chiamarLa in causa. Tranquillo, non stiamo cercando di creare nessuna nuova colonia, stiamo solo cercando di far sentire la nostra voce a chi comanda.
Pordenone, come del resto la maggior parte d'Italia, è stata protagonista dello sciopero generale dei lavoratori. 

In seguito alla chiusura delle aziende e a un malcontento generale in costante aumento, anche la mia città è entrata ufficialmente in crisi. 
Lavoratori (per quanto ancora?) di Electrolux e Ideal Standard (ma non solo) sono scesi in piazza per rivendicare i propri diritti, per provare a cambiare le cose, anche solo facendo sentire la propria voce. 

Questo governo "di larghe intese" sta danneggiando il popolo nel tentativo di risollevare lo Stato, anche se probabilmente bisognerebbe cercare di invertire la tendenza per ripartire. 

Centinaia di famiglie ora sono sulla strada, senza uno stipendio, con delle spese da affrontare e dei figli da mantenere. La manifestazione di oggi, per quanto condotta da CGIL, CISL e UIL, era apartitica. Questo è un segnale importante ma soprattutto necessario. C'è bisogno di una svolta. C'è bisogno di lottare contro questa crisi e contro le istituzioni che ci privano di qualsiasi possibilità.  Bisogna essere uniti contro questo problema, che riguarda tutti noi.

Il segnale che è stato dato a Pordenone è molto forte. Se una delle città in cui si è sempre vissuto meglio (statistiche alla mano signori) è colpita dalla crisi in modo così netto, un motivo deve esserci. 

Questa battaglia deve essere assolutamente vinta, ad ogni costo. Dobbiamo rialzarci.

giovedì 14 novembre 2013

Fantasia

Se mi chiedono cosa sia la fantasia, rispondo che ho in mente il concetto, ma non so spiegarlo.

La fantasia è tutto. 

Avere fantasia può essere determinante in ogni momento, in qualsiasi campo, di fronte a chiunque. 
Con la fantasia c'è chi ha risollevato la propria vita, creandosi ad esempio il proprio lavoro.
Con la fantasia c'è chi ha conquistato una donna, facendola sognare ad occhi aperti.
Con la fantasia c'è chi, con un pallone tra i piedi, ha incantato il mondo. Usava solo il sinistro, aveva i capelli ricci, la "10" sulle spalle, e quel giorno dribblò tutti quelli che aveva davanti, ma proprio tutti!
 (22 giugno 1986, Argentina-Inghilterra 2-1)
 Era Diego Armando Maradona, il più forte giocatore di calcio in assoluto. 

Senza fantasia saremmo automi. Incapaci di desiderare, di prenderci dei rischi, di immaginare qualsiasi scenario, migliore o peggiore di quello in cui ci troviamo al momento. Non sapremmo da che parte iniziare per guadagnare qualche soldo, non sapremmo cosa dire ad una donna per catturare la sua attenzione, non sapremmo se fare un doppio passo o giocare a due tocchi, senza prenderci la responsabilità di saltare l'uomo.

E la fantasia arriva di colpo, in un attimo. E quell'attimo è sempre decisivo.

I riferimenti al calcio sono inevitabili per me. Amo questo sport e lo pratico con passione, da ben dieci anni. E sebbene io non sia un giocatore di livello, posso dire che la fantasia è fondamentale. Il bello del calcio sta proprio lì, nel colpo di genio. Nel gol da metà campo, nella punizione all'incrocio dei pali, nel passaggio senza guardare, nell'essere imprevedibile. Tutto ciò che si prova a vedere e a fare queste cose è l'emozione più grande che si possa vivere quando si gioca con passione e voglia di vincere. E io voglio vincere, in campo e fuori. Sempre.

In qualsiasi occasione vi troviate, cercate sempre di uscire dagli schemi, in maniera improvvisa, imprevedibile, personale, unica. La monotonia ci distrugge.

Resoconto

Quarto giorno di blog: questo è l'ottavo post, ciò significa che per ora viaggio ad una media di due pubblicazioni al giorno.

Quarto giorno di blog: ho ricevuto diversi pareri da svariate persone a scuola, ciò significa che sto centrando il mio obbiettivo, cioè quello di creare confronto riflettendo e facendo riflettere chi legge.

Quarto giorno di blog: guardo quante volte è stato visualizzato. Prendo paura. Il numero è a quattro cifre. 2004.

2004 volte è stato fatto click su uno dei miei post o semplicemente sul mio blog. Wow.

Posso dire una sola cosa: ringrazio chiunque abbia visitato, letto, commentato il blog, condiviso o criticato i miei pensieri. Ringrazio chiunque ha riso di me in passato, chiunque sta ridendo ora, e chiunque riderà in futuro. Anche grazie a chi giudica e insulta si cresce.
 Per quanto mi riguarda, in questa fase della mia vita stanno succedendo delle cose totalmente inaspettate, come la mia decisione di aprire un blog. Devo dire che sono felicissimo della scelta che ho fatto e vi assicuro che il mio parere sulle questioni più svariate e spero interessanti non mancherà mai.


Due parole rapide sul blog: consideratelo come una raccolta dei miei pensieri riguardo certi argomenti.
L'idea che c'è dietro alla creazione del blog è quella di intavolare dei confronti, delle conversazioni che possano far ragionare prima di tutto me, e in seconda battuta chi legge. Magari migliorando i punti di vista di entrambi. Questo blog non è un tentativo di farsi notare in modo "alternativo" dalla gente: chi mi conosce sa come sono, tendo ad essere abbastanza riservato, e di certo non arrivo a tanto per farmi notare. Questo blog non ha una durata temporale: non so se lo porterò avanti, non so per quanto, non so in che modo, non so perché. Per ora procedo a buon ritmo forse perché ho parecchie questioni da chiarire nella mia testa, e quindi butto giù quello che penso. Non garantisco che scriverò spesso, potrei anche attraversare fasi stagnanti e assolutamente vuote. Spero sinceramente possano essere poche, perché significherebbe avere poche cose a cui pensare, e non andrebbe poi così bene, secondo me.

Non sono poi stato così rapido, ma credo che fosse necessario fare queste precisazioni di carattere tecnico.


Motto del giorno (e non solo del giorno):
 "Le cose che sono preziose restano nascoste agli occhi di chi ha smesso di cercare le risposte"
(Francesco "Nesli" Tarducci, lo citerò molto spesso)

Interrogatevi costantemente su tutto ciò che vi accade.

mercoledì 13 novembre 2013

L'amore

Qui c'è da ridere, ragazzi. O da piangere, dipende dai punti di vista!

L'amore.
Ma soprattutto, l'amore a quest'età. 

Voi ci credete?

(Sto usando tanti spazi, si, perché è difficile fare il punto della situazione, specie se ti stanno passando per la mente tutte le cotte che ti sei preso negli ultimi anni. )

Ora come ora, non so se ci credo. C'è chi dice che l'amore risolva tutto, che l'amore superi ogni ostacolo, che una vita senza amore non ha senso, che l'amore è la cosa più bella che possa capitarci.
Io penso che l'amore non sia necessariamente quello che si prova per una sola persona: l'amore bene o male lo proviamo tutti i giorni, prima di tutto verso noi stessi, prendendoci cura di ciò che ci sta a cuore e inseguendo i nostri sogni. (Probabilmente passerò per egoista, ma non importa). 
Io credo che a quest'età non ci sia bisogno di trovare la dolce metà, nessuno di noi è solo: ognuno ha amici, compagni di squadra, compagni di classe che possono volergli bene e farlo sentire bene quanto può farlo stare bene un partner.

Certo, avere qualcuno di fisso con cui condividere qualcosa e vivere emozioni assolutamente nuove ed incredibili è splendido, sono il primo a dirlo. Ho sempre avuto la fortuna di vivere storie bellissime e piene di colpi di scena, ho fatto i miei errori, ho rischiato, mi sono messo in gioco, mi sono aperto con le persone, ho condiviso idee, ho conosciuto modi di pensare totalmente diversi dal mio, ho vissuto. Solo per una, ho letteralmente perso la testa. Quotidianità. Credo che ognuno di noi abbia una sorta di "punto debole", rappresentato da una persona che è capace di cambiare il nostro umore in qualsiasi momento. Cose che capitano, si, e che una volta superate si evolvono, creando scenari inaspettati, dove relazioni che vorresti che durassero anni si trasformano in amicizie indissolubili, accomunate da un vero sentimento di affetto e rispetto, che non ha bisogno di baci per essere approfondito ulteriormente. 

Sono sempre stato una persona che vive alla giornata, in maniera totalmente disorganizzata, senza sapere nemmeno cosa potrebbe accadermi nel giro di un'ora. Sarà per questo che ho sempre cercato di divincolarmi dall'amore, che ho sempre cercato una via d'uscita, per respirare, per sentirmi libero, indipendente. Come ho già detto più volte, sono un gran testardo, e probabilmente anche questo incide, mi chiude nei confronti di chi mi parla, e un po' mi isola. Credo che la mia forza stia nella convinzione che tutto ciò che faccio rientra nel mio interesse, e sono certo che (ecco, ennesima dimostrazione, appunto) così facendo, il resto arriverà di conseguenza, senza che io lo debba cercare. 

L'amore, dopotutto, arriva quando meno te l'aspetti.

martedì 12 novembre 2013

Il mondo dei grandi

Peter Pan. Colui che sarà per sempre bambino. Cosa vuol dire per lui essere grandi? Niente.

E cosa vuol dire per noi essere grandi? C'è chi, tra i grandi, prova a spiegarcelo. Insegnanti, genitori, talvolta compagni di squadra o allenatori, cercano di farci capire che diventare grandi non vuol dire solo compiere diciotto anni, ma riempirsi di responsabilità verso sé stessi, gli altri, e l'intero mondo in cui viviamo.

Non so voi, ma a me tutto ciò fa abbastanza paura.

Premetto che non credo troppo nel modello americano del "self-made man", l'uomo che si fa da solo, senza bisogno di niente e nessuno; allo stesso tempo credo che ad ognuno di noi servano delle linee guida necessarie a farci capire come va il mondo. Attenzione: non significa che il mondo vada come dovrebbe andare la vita. Citando Seneca, "Exigua pars est vitae, qua vivimus", il tempo che dedichiamo alla vita vera è spesso poco. A me pare, e lo dico senza peli sulla lingua, che il centro del mondo sia il denaro. Dov'è finito l'amore? Dove sono i sentimenti? Viviamo veramente in funzione di beni materiali e ricchezza? Non voglio crederci.

Non so voi, ma a me tutto ciò risulta abbastanza disgustoso.

Non lo dico perché penso che dovremmo ignorare totalmente il denaro, ma perché penso che a volte dovremmo agire seguendo il buon senso, cercando magari di pensare a stare bene dentro, ad essere felici, piuttosto che gioire perché abbiamo il portafoglio pieno di bigliettoni.

In sintesi: accogliamo gli insegnamenti che ci vengono forniti, perché ci aiutano ad essere parte di un mondo in cui siamo costretti a vivere, ma cerchiamo sempre di trovare un equilibrio tra materialismo e felicità vera e propria. Siamo generosi, e non avidi, comunichiamo, pensiamo, prendiamoci i nostri rischi, dichiariamo i nostri sentimenti, viviamo.

Ultima precisazione: non sono di certo il salvatore del mondo. Penso queste cose e per questo le dico, chiare e tonde. Non prendetemi sul serio, magari sono un pazzo, affascinato dalle rivoluzioni, come ogni ragazzo.
Non intendo essere solo di passaggio, in questa vita.

lunedì 11 novembre 2013

Il piacere di non poter rifiatare

Riflessione serale.

Avete mai desiderato una giornata piena di piacevoli impegni? Beh, io sì.
Se devo essere sincero, adoro essere costantemente sotto pressione, non avere tempo per il dolce far niente, dover stare sempre sul pezzo, pronto ad ogni evenienza. Si comincia con la scuola, breve pausa pranzo e poi si prosegue con qualche attività sempre di tipo scolastico, ma magari più coinvolgente (vedi Parlamento Europeo dei Giovani, per esempio), e si conclude con un bell'allenamento da due ore: riscaldamento, parte tattica, parte atletica, partitella finale. Doccia, e sono le 22. Che mi resta da fare? Ah si, dovrei mangiare. Quando arrivo alla fine di queste giornate la cena è quasi superflua, mi tuffo subito sotto le coperte, e non faccio nemmeno in tempo ad accendere la televisione che (per fortuna) già dormo.


E poi dicono che i giovani non sono attivi. Io ci provo, e voi?

Il mio mondo, le mie regole

Non ho mai apprezzato particolarmente ricevere degli ordini, e spesso (al culmine della mia testardaggine) ho evitato di ascoltare anche preziosi consigli. A scuola, in campo, nel tempo libero, ho sempre fatto di testa mia. Mi sono sempre assunto le responsabilità dei miei errori e preso i meriti delle mie vittorie. Purtroppo però queste sono state poche. La più recente è l'elezione a Rappresentante di Istituto della scuola. Grazie ancora a tutti, sinceramente non avrei mai pensato che ben 170 (centosettanta!!) persone potessero credere in me, nello stesso momento. Quando è stato scritto il mio nome tra quello dei rappresentanti  ho provato una gioia incredibile, che porterò con me per un bel po'. Se sarò stato all'altezza di questo compito, lo diremo a fine anno, tutti assieme, magari scherzandoci su.

A livello sportivo sto ottenendo i risultati migliori in assoluto nel corso di questa stagione. Nonostante il mio minutaggio si sia abbassato, sto disputando un campionato in una squadra che può e si sta ritagliando un ruolo da protagonista. Aver preso parte a questa avventura ed essere parte di questo gruppo è stata una mia decisione. Sono certo che questa esperienza mi farà crescere sotto l'aspetto calcistico, si, ma anche umano. Mi sono messo in gioco: ho lottato, sofferto, segnato, vinto, perso, e ottenuto un risultato più che significativo. La chiamata che aspettavo.
La nostra forza sta nel collettivo, nel saperci aiutare, nel voler raggiungere tutti assieme i nostri obbiettivi.

Forza ragazzi, sky is the limit.

Crederci sempre, arrendersi mai! Questo è il mio mondo, questa la mia regola.

Apparenza

Esperimento di giornata: rendere il concetto di "Apparenza".

Not so easy.

Probabilmente io stesso in questo momento appaio in un determinato modo a voi lettori. (sperando che ci siate) Ho scritto una frase in inglese, come appaio? Ho citato due cantanti nei due post precedenti, che ne pensate di me? La vera domanda è: cosa condiziona il giudizio (molto spesso prematuro) che una persona ha nei confronti di un'altra? In base a cosa veniamo etichettati?
Abitudini, gusti musicali, rapporti interpersonali. L'apparenza inganna, ragazzi. Ve lo dice un timido che scrive su un blog e secondo alcuni lo fa al solo scopo di farsi notare. Evidente contraddizione. Ve lo dice una persona impulsiva che in realtà appare calma e razionale. (a quanto dicono, di certo non sono così sfacciato da ritenermi tale. O appaio così? Altra contraddizione!)

L'apparenza, però, non sta solo nei modi di fare.
Perché ci si veste quasi tutti allo stesso modo? Come vogliamo apparire? O vogliamo solo sentirci accettati dal resto della massa? Perché è di massa che si parla, di certo non di società. Siamo un collettivo con un unico modo di pensare, e per qualche strano motivo, tendiamo a lasciarci condizionare pur di entrare in questo o quel gruppo di persone. Di certo non apparteniamo a una società o ad un gruppo che collabora. Siamo Pecore.

Certamente non è facile distaccarsi, e spesso è malvisto dalle nostre vecchie compagnie o da chi semplicemente sa chi siamo o chi eravamo in precedenza. Nel nostro piccolo però possiamo cambiare: agiamo per noi stessi, e non per essere accettati. Piccolo passo in direzione di un nuovo modo di vedere le cose, probabilmente. Credo che sentirsi a proprio agio non voglia dire necessariamente far parte di un gruppo e condividere ogni mossa collettiva. Ciò che conta è il confronto, il dialogo: la vera chiave della crescita, e perché no, del progresso.

domenica 10 novembre 2013

Gli anni del "Tranquillo, siam qui noi"

Primo post, vero e proprio.
Gli amici. Quelli veri. 

Cosa vi viene in mente quando pensate ai vostri amici? A me viene in mente una parola: "Grazie".
Che mondo sarebbe senza gli amici?
Parlo per me: personalmente, non riuscirei a stare solo. L'uomo, dopotutto, è l'animale sociale.
Non farò nomi, sono sicuro che chi mi sta vicino sa di potersi sentire preso in causa in questo post.
Compagni di calcio, di classe, di vita, con cui si condivide tutto: gioie, dolori, primi amori. Un amico è quella persona che c'è sempre, anche quando non conviene, anche quando non lo vuoi vedere. Un amico ti dice le cose come stanno, non come vuoi sentirle.

L'amico si incontra per caso. Sempre. Magari all'inizio ci si sta anche antipatici. Dopotutto, siamo tutti vittime del pregiudizio.

Gli amici, quelli veri, sono pochi. Io li tengo stretti: ognuno di loro racconta (e racconterà) un pezzo della mia vita. La speranza è quella di portare avanti questi rapporti per molto tempo.

Essere amico di qualcuno è difficile: ci vuole sacrificio, ci vuole tempo, ci vuole coraggio, ci vuole determinazione.
Non è necessario diventare importanti per qualcuno, ciò che conta è dare sempre il massimo e cercare di fare tutto il possibile per dare del bene. Tutto questo porta soddisfazione e riconoscenza, di certo.

"Il bene genera bene" (Francesco "Nesli" Tarducci)

La prima volta

21.53 di domenica 10 novembre 2013.

Primo pensiero: domani ho due ore di matematica, la materia in cui ho più difficoltà a studiare, nonostante faccia lo scientifico.
Secondo pensiero: cavolo, che serata ieri, con gli amici di sempre, solito programma, solite risate, soliti momenti.
Terzo pensiero: Stasera ho voglia di scrivere, mi sento abbastanza malinconico, e non so se sia un bene o meno. Di sicuro il fatto che io stia scrivendo in questo momento è la conseguenza di questo mio stato d'animo, che deriva da una mia conclusione tratta mezz'ora fa: sono in quinta superiore (anche se dovrei essere già un universitario), e alla fine di quest'anno concluderò un ciclo della mia vita. Cazzo (si può usare nei blog? Spero di si, dopotutto il registro di questo primo post è abbastanza informale e libero, credo/spero), questi anni sono letteralmente volati.

Sono Antonio Gianfranco Pittini, ho 19 anni, e da oggi inizierò a esprimere le mie opinioni, a raccontare le mie giornate, con la speranza di riflettere e magari far riflettere, anche se non è propriamente il mio scopo.

22.00, tempismo perfetto.