giovedì 26 febbraio 2015

Raccomandazioni

Non importa se cadi, importa se ti rialzi. Non importa se pensano che tu non ci creda abbastanza, importa solo vedere quando ci riuscirai, importa far esplodere quelle sensazioni positive che porti dentro, importa che quelle escano al momento giusto, con la persona giusta, nel modo più naturale e spontaneo possibile. Vivi senza timori. Vivi senza paure. Vivi con la consapevolezza che il bene è sempre dietro l'angolo, e devi continuare a prendere delle decisioni per arrivarci. Vivi a braccetto con il rischio. Azzarda, osa, prova a stravolgere la tua vita. Sappiti pentire, se necessario. Oppure cambia la tua visione delle cose in funzione delle scelte che hai fatto. Renditi migliore, questo è l'importante.

Renditi migliore ai tuoi occhi, non a quelli degli altri. E' questo che importa, è questo che ti deve importare. Stare bene con te stesso è il primo passo per stare bene con gli altri. Ti fa sentire sicuro di te. Fa sentire le persone vicine a te, un po' più sicure di loro stesse, inconsciamente. Vivi le emozioni, vivi la musica, vivi i tramonti che colorano il cielo di rosso in riva al mare, che sia Agosto o Capodanno, poco importa. Vivi.

Goditi ogni singolo momento, perché la vita è una sola, perché a vent'anni, o poco più, puoi ancora permetterti di dormire dove capita, di fare festa fino all'alba, di esagerare un po' con tutto. Usa la testa, per fare festa, ma cerca comunque di godertela. Stai in equilibrio tra ciò che vuoi essere e ciò che sei. Non apparire, tu devi essere, prima di tutto.

E soprattutto, sii motivato nell'andare avanti, nelle cose che fai, Metti la grinta in ogni passo che fai, sorridi! Anche quando piove e tutto dentro sembra andare male. Respira profondamente, sei una persona fortunata, perché prima di tutto hai te stesso al tuo fianco. E questo è fondamentale. Il contorno della vita, gli amici, una donna, arriveranno. O se sono andati, torneranno, e di sicuro se hanno lasciato un segno importante, li porterai sempre con te, e ci sarà sempre qualcosa che riterrai di non aver fatto per tenerli vicino. Falla. Starà a loro giudicare, ma tu non perdere nessuna di queste occasioni. E ora, vai a lezione, che è meglio.

mercoledì 25 febbraio 2015

Oltre

"Oltre tutto quello che non è mai stato qui, oltre tutto quello che non è mai stato vero" dici, Nesli. Sempre, sempre tu. Ma cosa c'è oltre? Oltre c'è il futuro, c'è la paura di farcela, la paura di affrontare l'ignoto. La paura di rischiare, ma anche la voglia di riscatto, di rivincita. Di far capire a qualcuno che a volte si può andare avanti, o che si può tornare sui propri passi, o che andare avanti vuol dire tornare indietro, perché magari ora si è più pronti, ora si ha una mentalità diversa, ora si sa cosa si è perso e ora si sa cosa si vuole. Non lo so, cosa c'è davanti, so solo che continuo a muovermi, a danzare sul filo teso sopra il burrone che separa me e le certezze. (Scusa Friedrich Wilhelm, l'ho presa in prestito e stuprata 'sta frase, ma secondo me rende molto bene il concetto. Bella zio!)




Alan Kay dice che il miglior modo per predire il futuro è inventarlo. DECISAMENTE VERO! E allora non resta che sognare, che plasmare la realtà come ci viene più spontaneo. Non resta che andare oltre: in che modo? Non ci è dato saperlo. Il verso è quello che inconsciamente vogliamo, è la destinazione che dobbiamo raggiungere per trovare la felicità. E' l'orizzonte che vogliamo toccare, di cui vogliamo far parte, è ciò che ci serve per non aver più bisogno d'altro.

martedì 24 febbraio 2015

Transizione

Ventiquattro febbraio. E' il periodo della Champions League. E' il periodo in cui si sogna ad occhi aperti, basti pensare a Juve-Borussia di stasera, o a Barcellona-City di domani, per citare qualcosa di più emozionante; è il periodo di chi vuole dare una svolta a un proprio particolare momento dell'esistenza. E' quella fase in cui bisogna passare per andare oltre. In cui, dopo essersi detti di voltare pagina, lo si fa veramente. Cosa c'è dopo, non lo sa nessuno.

Calcisticamente, magari, cambi modulo, e perdi palla in uscita. Morte certa, ti infilano in contropiede. Oppure riesci a giocare la palla più velocemente, ad allargare sugli esterni e a trovare nuovi spazi. La terra promessa, per uno come Xavi Hernandéz, il Maestro del centrocampo. Ecco, diciamo che essere un po' Xavi in questi casi è l'obiettivo di tutti. Bisogna riuscire a divincolarsi dalle marcature, bisogna saper ragionare sempre, pensare prima di agire, ed essere efficaci palla al piede. 95% di passaggi riusciti in media a partita: non parlo di aria fritta.

Uscendo dalle metafore, anche se devo dire che la palla persa in uscita era abbastanza significativa, è il momento della vera e propria svolta. Manca una settimana all'evento che aspetto da mesi. Manca una settimana a Riva del Garda 2015, la Sessione Nazionale del Parlamento Europeo Giovani, cui prenderò parte nel ruolo di giornalista! Dall'altra parte della barricata, sempre pronti a fare il bene dell'Associazione che mi ha dato tutto e che amo con tutto me stesso. L'Associazione, con la maiuscola, quella che mi ha fatto conoscere delle persone speciali e approfondire i rapporti con chi già avevo vicino. E' l'evento che aspetto perché so che sarà esplosivo. Lo spirito che circonda il PEG è una cosa incredibile, e so che mi darà la forza di vedere le cose sotto un punto di vista sicuramente migliore e diverso di quello che ho al momento. Anche se devo dire che le cose stanno iniziando a girare.

Insomma, è un periodo di transizione, si, ma la svolta è dietro l'angolo. Me lo sento. Sto solo aspettando le risposte che cerco. Avanti tutta!


lunedì 23 febbraio 2015

Simboli

Oggi voglio parlare di tutti quei piccoli momenti che ti fanno pensare a qualcuno, a qualcosa, a un determinato momento, positivo o negativo, ma che se ti ricordi è perché ti ha lasciato qualcosa dentro. E oggi voglio parlarne perché mi è capitato di vedere un motoscafo, qui a Venezia, andare troppo veloce su un canale e agitare eccessivamente l'acqua. Mi ha fatto venire in mente le moto d'acqua che ho visto quest'estate in Puglia, e tutto il discorso a esse annesso mi ha fatto sorridere. Il ricordo è incredibilmente positivo.

Ce ne sono state tante di occasioni simili, in cui mi sono imbattuto in simboli, si, chiamiamoli così, mi piace pensare che siano parte di una storia, che abbiano più significati. La musica, ad esempio. Elisa per me è una grande artista, ma quando la ascolto non posso non pensare che sia diventata commerciale. Qualcuno sa perché, e il rimando è un momento positivo, eccome se lo è. E ancora, mi viene in mente "Rather Be" di Clean Bandit, "la canzone dei cinesi", ribattezzata da qualcuno in questo modo per il video girato in Asia. Oppure il solito intramontabile Jovanotti, ma quella è un'altra storia. Scherzo.

Ci sono anche altre cose che mi rievocano dei ricordi. Harry Potter, ad esempio, mi riconduce alla sorpresa di quel due febbraio in cui tutto è iniziato; o ancora, il pollo al curry, ricetta che già conoscevo e che cerco di imitare tuttora ma che è incredibilmente più bella se contestualizzata quando la cucinavo con chi me l'ha fatta ricordare così positivamente.

E infine, dopo aver sbandato continuamente tra i ricordi, si finisce per toccare con mano ciò che effettivamente resta. Quel maglione di lana che qualcuno non voleva che io aprissi davanti a tutti, per paura che non mi piacesse. Quel maglione che porto sempre con me, perché è l'unica cosa che è rimasta. Chi lo sa, se sarà il caso di fare in modo che sia un punto di partenza e non lasciare che resti, come ora, un punto di arrivo, di non ritorno. Per adesso è un simbolo, quello a me più caro. Ed è un bellissimo maglione, ve lo assicuro. Ma anche se fosse brutto, (e non lo è, ribadisco) a me piacerebbe comunque. Perché ha un significato diverso, ha un significato in più.

Date alle emozioni il giusto peso: amplificatele! Solo così sarete felici. Io non vedo l'ora che accada.

mercoledì 18 febbraio 2015

Cose su cui riflettere

Credo che arrivi un momento in cui ognuno di noi faccia un po' il punto della situazione. Questo diciotto febbraio mi sembra più cruciale che mai, non solo per il significato che ha per me questa data, ma per le scelte fatte a livello scolastico e relazionale.

Riflettiamo un attimo su quello che è l'andamento dell'anno accademico. Tutto va come deve andare, direi. La facoltà mi affascina, ora abbiamo introdotto anche lo studio di materie come letteratura, filosofia, storia dell'arte, tutti mezzi che aiutano a scoprire una cultura tanto lontana quanto affascinante come quella giapponese. Le strutture grammaticali aumentano, imparo a dire sempre più parole e non ho intenzione di fermarmi. Oltretutto, l'ho detto e lo ripeterò sempre, Venezia è un punto a favore per quanto sia varia e sempre ricca di novità, di sorprese. Ultimamente la sto girando in lungo e in largo: sarà il sole, sarà che mi calma, sarà che semplicemente mi sento a casa.

 Il weekend scorso non volevo nemmeno tornare a Pordenone, una città che mi dà l'idea di essere ferma, dove la gente è statica, appare, non è. Manca di quell'entusiasmo che ho trovato qui. Le solite facce, le solite persone snob che ho sempre detestato, il solito clima di freddezza. Un sorriso, un saluto, uno sguardo acceso, cambiano le cose. Le belle cose bisogna meritarsele, e Pordenone sta guadagnando la scarsa stima dei giovani, perché è ferma. E immancabilmente frena anche loro. 

Certamente ci sono delle dovute eccezioni, e meno male. Genitori e amici salvano la situazione: se così non fosse, sarebbe un serio problema. Manca qualcosa, forse. Manca qualcuno che mi accenda dentro, sì. Però non c'è fretta. L'aspetto relazionale al momento non è una priorità, poiché non dipende più da me. Quando si paleserà la donna che saprà rendermi partecipativo (e chi mi conosce, sa quanto io lo sia) come poche altre persone sanno fare o hanno fatto, allora mi rimetterò in gioco. Col tempo sto imparando a selezionare, a dare delle chances a chi le merita, a valutare le cose con criteri oggettivi e funzionali alla mia personalità. Di cos'ho bisogno in questo momento? Di qualcuno che mi faccia sentire importante, di qualcuno con cui aver sempre voglia di passare del tempo, anche solo per una chiacchierata. E non è maschilismo il mio, non dico che non esista una donna che possa farmi sentire così, dico solo di non averla trovata. O di averla persa. Buon diciotto febbraio a me.

sabato 14 febbraio 2015

San Valentino

Quattordici febbraio. L'ennesimo! L'ennesimo da solo! Un altro San Valentino che trascorro con gli amici, lontano da un affetto costante, lontano dalle sicurezze dell'amore. Chiaramente la cosa presenta lati positivi e lati negativi.

Positivo: Oggi è un giorno che non crea preoccupazioni e scompiglio nella mia mente. Non ho nulla di speciale da fare, non devo pensare a come vestirmi, a quanti e quali fiori comprare, ai cioccolatini da abbinare, al più importante dei minuscoli dettagli.
Oltretutto, posso comunque passare una bella giornata insieme a chi, come me, non ha la dolce metà a fianco. Una birra con gli amici è qualcosa di più di un semplice ritrovo.

Negativo: Potrei per una volta provare il brivido di passare un San Valentino con la mia amata donzella. Ci fosse! Forse non è ancora tempo, forse sarà bene prepararsi per il prossimo anno, o magari festeggiarlo in una data casuale, che riguardi me e lei. Dopotutto è solo un giorno dell'anno, e gli innamorati festeggiano sempre. Anche a distanza, in ogni circostanza.

Beh, io la vedo così. Ma forse sono di parte, badate bene di misurare le mie parole. Godetevi San Valentino, ma ancor di più ogni giorno della vostra esistenza. Siamo qui per lasciare un segno!

mercoledì 11 febbraio 2015

Just live

Oggi tornando a casa, ho allungato la strada, passando per Rialto e prendendola larga, per stare un po' di più in mezzo alla folla, per cambiare un po' il tragitto, per vedere cose che sì ho già visto, qui a Venezia, ma che con questo sole sono sempre diverse e sorprendenti, non importa che si parli di un palazzo o di un canale: il sole cambia tutto! E questi giorni pieni di luce, sono così pieni di vita che è quasi un torto al mondo, quello che si fa se non si esce. 

E cammino, cammino tanto.  E cammino col sorriso, col sorriso di chi spera, col sorriso di chi lascia che tutto vada come deve andare. Perché ormai non ha più senso cercare di ottenere qualcosa. Ora bisogna pensare alle lezioni, a godersi quello che si ha, a lasciarsi travolgere dall'entusiasmo della gente. Forse è quella l'unica cosa che cerco. L'unico aspetto che mi scuoterebbe dentro. Cerco il terremoto in una persona, una vena di intraprendenza che mi trascini via, che mi tenga sempre in moto. 

Cerco quel qualcosa, quella sensazione di voler fare una cosa con una determinata persona. Cerco la costanza, cerco qualcuno che condivida i miei interessi. Cerco, o aspetto? Chi lo sa. Per ora, vada come vada. Vivo al massimo ogni secondo e in giorni come questi, sorrido. Just this. Just live.

lunedì 9 febbraio 2015

Ognuno per sé

Non intendo rispondere o commentare lo splendido contributo offerto da Francesco al blog e ai suoi lettori. Credo che sia doveroso, rispettoso e necessario fare un'analisi personale ad ogni parola del suo frammento, come lui stesso lo chiama. A parer mio, qualsiasi commento potrebbe rovinare la bellezza dei versi. Una mia professoressa di italiano lo ha sempre detto: la parafrasi fatta da altri rovina tutto.

E poi, diciamocelo, interpretare a modo proprio le cose, è più bello. Ed è caratteristico di ogni testo, di ogni ambito umanistico. Ognuno di noi deve saper trovare nelle parole, il proprio spaccato di vita, ed è fondamentale metterci sempre del proprio. Quotando Emanuele Ballarin (dal post "Inno alla Libertà") è anche questa una libertà. Bisogna essere liberi di personalizzare. Ma questa volta, esaltiamo quello che ha fatto Francesco, e facciamo ognuno per sé.

giovedì 5 febbraio 2015

Le parole degli altri - Francesco Bianchin - "Vado a cercarmi"

Vado a cercarmi.
(Decido di tornare a casa, mi siedo...)

Sono salita su una barca e ho cominciato a remare
sono arrivata alla sponda opposta del lago,
sudata e in affanno ho cominciato a camminare.
Ho attraversato un bosco, ho scalato una montagna
e mi sono arrampicata su una parete rocciosa,
ho camminato lungo le vie di un piccolo paese
in cui tutti mi conoscevano e mi offrivano preziosi consigli,
sono arrivata alla  foce del fiume e da lì ho nuotato attraverso tutti gli oceani del mondo.
Ho trovato un cammello e ho attraversato un deserto,
ho raccolto il coraggio e mi sono tuffata da una cascata,
ho pianto e ho riso, ho avuto paura e ho provato dolore
 ma alla fine mi sono sentita realizzata.

Decido di tornare a casa, mi siedo
e rimango ferma
in
silenzio
un attimo.

Salgo su una barca e comincio a remare
arrivo alla sponda opposta del lago,
sudata e in affanno comincio a camminare.
Attraverso un bosco, scalo una montagna
e mi arrampico su una parete rocciosa,
cammino lungo le vie di un piccolo paese,
in cui tutti mi conoscono e mi offrono preziosi consigli,
arrivo alla  foce del fiume e da lì nuoto attraverso tutti gli oceani del mondo.
Trovo un cammello e attraverso un deserto,
raccolgo il coraggio e mi tuffo da una cascata,
ho pianto e ho riso, ho avuto paura e ho provato dolore ma alla fine mi sento realizzata.


Decido di tornare a casa, mi siedo...







COMMENTO di Francesco.

Il frammento comunque, è un po' particolare, è uno di quei testi che vogliono essere un incontro tra prosa e poesia e lasciare largo spazio alla libera interpretazione. Il messaggio che ho tentato di trasmettere è una sorta di parallelismo dal gusto critico della società.
Mi spiego, la voce femminile del testo, la donna in questione, non sa chi è, è confusa, e il sentirsi così persa la induce a "voler cercarsi" compiendo mille imprese, dimostrando a se stessa quanto può valere e in un certo senso, cercando anche una distrazione alla solitudine. Ma quando torna a casa non è in grado di convivere con se stessa e quindi ecco che riparte alla conquista del nulla.
Un po' come spesso ci accade, cerchiamo conferme, ci imponiamo di aspirare a modelli che non ci appartengono e il silenzio diventa il nemico più temuto.
E' un concetto molto ampio, lo so, avrei potuto scrivere qualcosa di lungo e contorto per far emergere questa tesi, avrei potuto scriverci una storia o un saggio, e invece ho preferito scrivere queste poche righe per lasciare il lettore in balia del dubbio e della libera interpretazione.




mercoledì 4 febbraio 2015

Risposta a Emanuele Ballarin - Che dire?

Devo ammettere che è molto, molto difficile poter rispondere a un così ineccepibile e tanto preciso quanto corretto parere sulla Libertà, come quello fornito da Emanuele. Ma non potevo aspettarmi certo qualcosa di meno, abbiamo di fronte una persona che si interessa di moltissime cose e che ha veramente uno sguardo critico verso il mondo.

 E' anche questa una libertà. Sapere e voler guardare a modo proprio le cose, collegando personalmente le proprie conoscenze e arricchendo le proprie esperienze di vita è a mio parere una libertà che ognuno di noi deve prendersi. Il successo alla fine, sta nella diversità delle interpretazioni. E' chi innova, chi svolge meglio un lavoro, chi ha un miglior rapporto col cliente, colui il quale ha successo.

Il mondo è pieno di opportunità: sta a noi cogliere liberamente quelle che ci colpiscono, che ci attirano, che ci interessano! La società in cui viviamo ce lo permette, in alcuni casi di più e in altri meno, ma in ogni caso, una cosa è fondamentale: lottare per questo diritto. Lottare per la libertà della Libertà.

E' quando si è liberi che si capisce il valore delle cose.

lunedì 2 febbraio 2015

Le parole degli altri - Emanuele Ballarin - INNO ALLA LIBERTÀ

INNO ALLA LIBERTÀ

La Libertà non è un valore, né è una scelta, né uno stato di cose.
È un principio metodologico.

La Libertà è lo spazio vuoto dove i valori possono esistere e costituisce il fondamento dell'etica che ci chiede di mettere in pratica detti valori.

La Libertà non è un colore; è la luce che pone i colori in essere e dà loro senso.
Come senza luce non ci sono colori, così senza Libertà non vi è etica.

La Libertà sta alla base delle scelte e del libero arbitrio, ed è il primo passo verso la responsabilità individuale.
La Libertà, infatti, ci dà potere - e a maggior potere si accompagnano maggiori responsabilità.

La Libertà non è limitata: si limita da sé per definizione.
La Libertà è la possibilità di fare ciò che si vuole, nel presente, senza impedire agli altri di fare altrettanto nel presente e nel futuro.

La Libertà è totale e assoluta, ed è costituita di diritti negativi: quelli che non coinvolgono gli altri senza il loro esplicito consenso.

La Libertà è il più completo dominio dell'individuo su di sé, e la più completa assenza di interferenze indesiderate da parte degli altri.

La Libertà non prevede alcun padrone o maestro che sta sopra agli altri e che sa cosa è giusto o sbagliato per ognuno.

La Libertà è pura razionalità, poiché è logicamente coerente, non-contraddittoria e universale: non si rivolge alla maggioranza, ma a tutta l'umanità.

La Libertà si difende da sola, poiché ciascuno è libero di opporsi a ciò che non la rispetta.
Ma deve essere garantito che chi la viola sia danneggiato il meno possibile, e che la violazione sia eradicata quanto prima e più a lungo.

La Libertà promuove il dibattito, la conciliazione, la pace, il benessere, la ricchezza, la salute, il rispetto e la felicità al grado più alto, per ogni singolo uomo.

La Libertà non cerca compromesso.

La Libertà è libera, e null'altro.

All of me

Grazie, grazie e ancora grazie John Legend per la colonna sonora di ogni mio viaggio e ogni mio momento di riflessione! Questa canzone inquadra perfettamente il momento che sto attraversando, e che dà inizio a un nuovo me. Sono riuscito a superare le difficoltà che mi avevano assalito negli ultimi mesi, e, specie dopo ieri, dove la vittoria in campionato ha alzato ancora di più il morale, posso dire di sprizzare gioia da tutti i pori.

"You're my end and my beginning, even when I lose I'm winning", dici, caro John. Mai ci fu cosa più vera. A volte perdi delle cose, delle persone, e pensi che sia la fine. Ma perché non vederlo come un nuovo inizio? E come una vittoria? Non si perde necessariamente quando si lascia andare qualcuno. Anche perché le strade del destino possono sempre incrociarsi nuovamente, sotto nuovi aspetti, migliori o peggiori. Chi lo sa. Comunque vada, comunque sia andata, grazie per tutto quello che mi ha trasmesso questa canzone che non smetto di ascoltare. "La musica mi ha tolto dai problemi".

Grazie a John ma soprattutto a chi c'è sempre stato, pronto alle due di notte ad ascoltarmi e a dirmi di tenere alto il morale, di andare avanti, di resistere. Di riflettere! Poche ma buone, quelle persone. E che farei senza di loro? Niente.

" 'Cause I give you all of me, and you give me all of you."