sabato 30 settembre 2017

Chi l'avrebbe detto?

Stemwede. Non vi dirà nulla. Credetemi, non dice niente nemmeno a me, ma è nella schermata principale del mio telefono, da cui sto scrivendo ora, 10.25 del 30 settembre. È un paese? Una città? Quel che so è che è a metà strada tra Osnabrück e Brema, dove siamo diretti oggi. Ci sono sedici gradi e la nuvoletta nel widget del telefono fa pensare a un'imminente pioggia. Ma oggi non scrivo certo perché Stemwede abbia attirato la mia attenzione. Scrivo perché ci sono passato per caso, l'ho notata per caso, ma soprattutto perché fa casualmente parte di un percorso che di casuale ha ben poco. Tutto ciò è meraviglioso. Hot gates by Mumford & Sons nelle cuffie, a malapena quattro ore di sonno alle spalle, una serata da ricordare appena finita, una nuova avventura alle porte. Voglio urlare al mondo quanto sono felice, veramente. Non mi sono mai sentito così a casa, così bene. Vivo la vita da sempre al massimo delle mie possibilità, ma queste vette non le avevo ancora nemmeno immaginate. E non è casuale, credetemi. È quello che volevo.

martedì 26 settembre 2017

Un mare di cose

Giusto per darvi un'idea di quello che sta succedendo: non lo so. Mille cose da fare, poco tempo per pensare, prendere o lasciare: che fare? Andare, provare, osare. Questa è la risposta a tutto. E ci siamo dentro fino al collo. Ed è bellissimo.
23.27, appena finito di piegare i vestiti puliti usciti rispettivamente da lavatrice ed asciugatrice, finalmente qualche minuto per scrivere qualcosa. Non sarà qualcosa di articolato, ma penso ne valga la pena.
Le scorse giornate si sono susseguite freneticamente senza un attimo di respiro. Ho avuto la possibilità di conoscere un sacco di persone provenienti da tutto il mondo, ed è meraviglioso. Proprio domani è in programma l'International Picnic che, se riuscirà come spero, porterà in una sala un assaggio della tradizione culinaria di ben 13 paesi differenti. Al contrario delle mie aspettative, è pieno di italiani. Su 35 partecipanti al corso di tedesco siamo una dozzina circa. Nota positiva, direi, perché almeno abbiamo dei riferimenti che ci fanno sentire un po' a casa. Non che qui si stia male eh, tutt'altro, ma non si sa mai.
Un evento dietro l'altro, dicevo: lezione, pausa, lezione, pranzo, lezione o attività di approfondimento di vario tipo, cena, festa, beviamoci una birra e torniamo a casa presto, tanto sappiamo tutti che non andrà così. Non saprei come spiegare quello che sta succedendo, probabilmente perché nemmeno io lo spiego a me stesso, ma credetemi, una cosa è certa: è meraviglioso. Non c'è un solo momento in cui mi sia sentito deluso o insoddisfatto. È solo l'inizio, ma se queste sono le premesse, l'augurio è che questo Erasmus sia tutto così. All'insegna del "Dove andiamo? Che facciamo? Ma si, improvvisiamo", che vuol dire perdersi ma ritrovarsi tutti insieme, un po' ovunque, a fare cose che mai avremmo pensato di fare, con persone che mai avremmo pensato di conoscere. E quest'esperienza va vissuta fino in fondo, senza prendere fiato.
Gehen wir!

giovedì 14 settembre 2017

Sette giorni!

Con oggi si conclude la mia prima settimana in Germania. Prima di tante, sicuramente tutte interessanti e ricche di eventi. In questi giorni ho scoperto altre parti della città, e toccato con mano la creatività dei tedeschi. Esco Bar, Peter Pane (Paninoteca) e Bar & Celona Café sono alcuni degli esempi di creatività sicuramente efficaci, che hanno attirato la mia attenzione! Ieri e oggi, poi, ho finalmente visitato l'Università. Oggi, in particolare, ho risolto gran parte dei miei dubbi, e dato risposta a tutti gli interrogativi -burocratici e non- che mi sono balzati in testa in questi giorni. In particolare, poi, ho ottenuto un kit di base comprendente, tra le altre cose: una porzione di zuppa istantanea con le lettere dell'alfabeto; una porzione di caffè solubile; una bustina di tè ai frutti di bosco; merendine varie. Kit di sopravvivenza e di benvenuto in Germania sponsored by Universität Osnabrück. Meravigliosamente tedeschi, meravigliosamente efficienti. Prosegue la ricerca per entrare in qualche squadra di calcio, tra le altre cose. A quanto pare ce ne sono diverse sparse in città, quindi basterà andare per tentativi e trovare una squadra in cui potersi allenare bene e competere in una categoria in cui possa giocare. 
Ancora qualche giorno e si comincia, non vedo l'ora di iniziare questa mia avventura anche a livello accademico, e conoscere i miei compagni di Erasmus! A prestissimo!

domenica 10 settembre 2017

Nulla di (stra)ordinario

Domenica. E si sente proprio nell'aria, anche qui. Il weekend piovoso tanto annunciato dal meteo si è interrotto al venerdì, fortunatamente. Ieri un gran sole, che oggi diventa grandissimo fin dal risveglio, 9.13. Ieri gran bella passeggiata in centro alla scoperta dei mercatini notturni dell pulci della città, che saranno presenti anche stasera, presumo con bancarelle differenti da quelle viste ieri. Il mercatino delle pulci è qualcosa di normale, nella mia vita l'ho sempre visitato a Pordenone, almeno fino a che ne ho memoria, ecco. Ora credo non si faccia più, correggetemi se sbaglio. O comunque, è un'abitudine che forse viene perduta dopo il superamento di una certa fascia d'età. Attendo delucidazioni. In ogni caso, concettualmente è meravigliosa l'idea di non buttare via niente. Si può trovare letteralmente di tutto. Ieri in vendita ho visto di tutto: dalle audiocassette, ai film, ai giochi per console ormai obsolete, senza tralasciare i vestiti e gli accessori. Tra l'altro, si notifica un principio di pentimento per essermi lasciato scappare un cappellino blu della DC, credo avrebbe fatto al caso mio. Dovessi ritrovarlo stasera, non me lo farò sfuggire. Piccola precisazione: non vorrei che passasse l'idea che sono sorpreso da ogni cosa veda qui, tutt'altro. Quello che mi stupisce è la mentalità della gente, il loro essere persone aperte. Ieri il centro era pieno di colori ed etnie differenti. C'era un gruppo di ragazzi vestiti in camicia bianca, capitanato da un giullare vestito da Mario di "SuperMario Bros" che dava cioccolatini ai bambini, per farvi capire. È quella sensazione totale controllo, consapevolezza di essere forti, che mi attrae. Ma è sicuramente presto per poterla descrivere con precisione. Per adesso, accontentatevi del contrasto tra l'ideale di tedesco serioso che avete in testa, e SuperMario che estrae Kinderschokolade dalla cassetta degli attrezzi. Straordinario perché esce dal contesto, ordinario perché alla fine ci calza comunque a pennello.
Per la serie piccole soddisfazioni: ho imparato la strada dal centro a casa! Ammetto di averla studiata per bene all'andata, ma al ritorno niente navigatore e tanto spirito di avventura e intraprendenza. Sono piccole grandi conquiste da ricordare! E sopratutto, a trarne beneficio in primo luogo ci sono io, che posso guardare quello che ho intorno, e secondariamente il mio telefono, che risparmia batteria per non dovermi dire dove andare.

Dopo questo piccolo resoconto, vado a godermi un po' di sole in terrazzo. Buona domenica a tutti!

giovedì 7 settembre 2017

Esplorazione!

Premessa: non so quanto tempo potrò dedicare al blog in futuro, ma sicuramente metterò tutto me stesso per essere il più vicino possibile al concetto di "costante".

Detto questo, buonasera. 21.46. Dopo una lunga giornata, ci sono novità da raccontare, e questo fa parte del gioco. (in spagnolo "se encaja en el puzzle", si incastra nel mio quadro ideale di primo giorno) Oggi sono stato perlopiù col naso all'insù. Osnabrück è una città, per quel che ho visto, meravigliosa. Ho un'idea a cui la associo, spero di potervela trasmettere. Per chi ci è stato, è come essere al Medioevo a Valvasone, per chi invece non sa cosa sia, mi basta che la riconduciate a una città in stile medievale. Facendo qualche ricerca ho scoperto che è stata fondata intorno al 780 d.C, e devo dire che lo stile è rimasto tale. Certo, con un taglio moderno, ma meravigliosamente retrò. Sembra di essere dentro una fiaba mentre si passeggia per il centro storico, tra case antiche e grandi catene di fast food e negozi che si distribuiscono lungo i viali alberati. Un mix favoloso!

Non ho avuto un itinerario preciso. Ho semplicemente deciso di perdermi. Ho attraversato il campus della Hochschule, costeggiando il parco botanico, per poi arrivare nelle zone del centro, dove sono letteralmente incappato nel mercato della chiesa (Kirche am Marckt). Come direbbe un anziano signore che sono sicuro conoscerete tramite un famosissimo video, "Piccolo, però è caratteristico". (allego link youtube per i pochi che non lo conoscessero! https://www.youtube.com/watch?v=Pdky6EeDyPk godetevelo fino alla fine)
Da qui, mi sono addentrato nel centro, e veramente, non so come spiegare, l'ho trovato fantastico. Ordinato, curato, pulito, elegante. Ero in mezzo alla folla ma mi sentivo come in salotto, non so se rendo l'idea. Alle undici del mattino tutto era silenziosamente al suo posto, e personalmente mi ha impressionato. Rende l'idea di come tutto sia pensato, organizzato. Di come tutti sappiano cosa devono fare. Sebbene pensassi mi avrebbe dato fastidio, l'ho trovato... bello. Probabilmente perché diverso, ma sono rimasto impressionato da tutto questo rigore. Mi ha dato una sensazione di onnipotenza, di poter fare qualunque cosa. Non so spiegarmelo.

Sta di fatto che mentre giravo ho percorso una passeggiata sotto un viale alberato vicino al fiume e successivamente ho completato le mie due missioni giornaliere: comprare un ombrello e un adattatore per la presa di corrente del mio PC.

Partiamo dall'ombrello: pioverà praticamente sempre. È incredibile come cambi velocemente il tempo, perlomeno qui. Mi sono svegliato col sole, tempo di vestirmi e ha iniziato a piovere. Via la felpa: giubbotto leggero. Non potevo fare altrimenti! Non avevo ancora un ombrello! Tempo cinque minuti fuori casa e... sole. Caldo. Ma chi me l'ha fatto fare? Ecco, più o meno così tutto il giorno. Metti il giubbotto, togli il giubbotto. Folata di vento? Giubbotto. Raggio di sole? Via, subito! Goccia di pioggia? Resto in questo negozio due minuti, tanto smette. Quindi, decisione facile. Domani ombrello e felpa. Ma non è detto!

Seconda questione: adattatore. Esattamente il problema opposto che c'è in Italia, almeno credo. Le famose prese che perlomeno a casa mia chiamiamo "tedesche" hanno solo due buchi, giusto? Bene, il mio PC è l'unica delle cose che mi sono portato appresso ad avere la spina italiana, quindi tre buchi. Ho girato cinque, e sottolineo CINQUE negozi per trovare un adattatore che permettesse alla mia spina "italiana" di essere adattata al formato "europeo". Lo definirei un level up, ironicamente. Anti-europeisti, non storcete il naso, vi prego. Si fa per ridere. Detto questo, alla fine l'ho trovato. E il PC che prima era stato usato con tanta parsimonia, torna (ricaric)abile.
 Altrimenti...col cavolo che avreste letto questo post!

Domani mi aspetta un'altra giornata intensa, con tante cose da fare e soprattutto da vedere! Lascio qui sotto il link delle foto che ho postato sul mio Instagram! Dateci un'occhiata, se vi va!
Cliccami!

Dopo oggi, posso dirlo: Ich komme zum Glück aus Osnabrück!

Buona serata a tutti, a prestissimo!

mercoledì 6 settembre 2017

Un nuovo inizio

Sono sul Flixbus che mi porterà a Monaco di Baviera, ore 16.22 del cinque di settembre ’17. All’inizio di questo viaggio le sensazioni sono molteplici, le motivazioni numerose, e la voglia di arrivare a destinazione enorme. È il momento giusto per riflettere, lasciarsi andare un pochino. Avevo detto che avrei postato qualcosa con riferimento diverso dall’Erasmus, ma la verità è che mi è stato impossibile anche solo pensare in qualunque altra direzione. È un’esperienza che aspettavo, che desideravo, che ho voluto fortemente e che mi accingo a vivere con determinazione. E finalmente, ora che è arrivato il momento di partire, posso dire di esserci. Sono qui, attualmente vicino a Salisburgo, 16.27, ma ho la testa ad Osnabrück, mio punto di arrivo. Mi aspettano giorni di esplorazione, che ho deciso di prendermi per conoscere meglio la città e iniziare ad ambientarmi. Nel mio immaginario mi vedo con lo zaino, un panino in mano, le scarpe da ginnastica e il contapassi che a fine giornata mi ringrazia per avergli dato finalmente tregua. Ho voglia di muovermi e dì non perdere tempo. Saranno sei mesi da vivere al massimo, e ho intenzione di spremermi fino al midollo per trarre qualunque cosa positiva possa esserci in esperienze come questa. Idealmente, vi assicuro che ce ne sono parecchie, almeno dal mio punto di vista. Fremo dalla voglia di poter confermarlo toccando con mano le cose, avendo esperienza di ciò che significa veramente essere uno studente Erasmus. 
Alle spalle lascio tante certezze, questo è vero: il momento dei saluti è stato toccante, e anche se non sembro un tipo emotivo, vi garantisco che le emozioni in me si fanno sentire quando sono solo. Ho tante persone nel cuore, e mi ha fatto piacere ricevere messaggi, chiamate, note vocali, oltre che vederle. Vuol dire che ho lasciato qualcosa. E questo è importante. Tornerò e ci riabbracceremo, tanto non sto via molto, tranquilli. E poi, i più temerari potranno sempre venire a trovarmi!

A me stesso voglio augurare il meglio in generale. Non parto con obbiettivi, aspettative. So che sarà bellissimo e basta. Sarà bellissimo perché sarà dinamico, e mi permetterà di eludere la monotonia. Sarà bellissimo perché sarà unico, mio. E sarò felice di trasmettere a chi avrà voglia di seguirmi quelle che sono le mie esperienze, le mie gioie e le mie problematiche, perché quelle non mancano mai, ma fanno parte del gioco. Ed io voglio giocare, ho una voglia matta di scendere in campo e fare la differenza in questa sicuramente meravigliosa tappa della mia vita. E allora brindo a quando rivedrò i miei cari, e brindo specialmente a me, ad un 5 settembre ’17 vissuto con l’animo spensierato, l’animo di chi non ha paura, ma voglia di sperimentare e superare l’ostacolo. Viva!