domenica 25 ottobre 2020

Con la mente

 Ci risiamo. Torniamo alle regole ferree, sebbene non siamo ancora ai livelli di questa prima vera. Chiamiamolo un mini-lockdown, perché di questo si tratta. Quanto durerà? Per quanto saremo ancora semi-liberi? Si tratta di un provvedimento giusto o sbagliato? Non sta a me giudicare, dico solo che probabilmente ce la siamo andata a cercare. Ma non è questo il punto. Ora bisognerà occupare in qualche modo il tempo a disposizione, perché ce ne sarà. Lo smartworking è ottimo, si, ma si creano tanti momenti vuoti. Oggi, ad esempio, è stata la classica domenica da divano. E nell'impossibilità di farlo fisicamente, bisogna adeguarsi e viaggiare con la mente. Purtroppo o per fortuna i miei pensieri vanno sempre lì, alla mia cara Osnabrück. Ogni giorno ci penso, in modo più intenso, e chissà, magari ci tornerò. Le strade ormai le conosco, e queste giornate autunnali fanno riaffiorare ricordi vividissimi, che non svaniranno mai. Le foglie a terra, le sfumature di giallo, arancione, marrone, la pioggia, i tramonti rosso sangue, la calma, il 21 che mi porta a casa. Sedanstraße: casa. Punto di partenza e di arrivo. Ricordo che appena arrivato ero solo, e giravo tutto il giorno a piedi. Natruperstraße, Corsicaskamp, Rißmüllerplatz, Neuer Graben, Uhlandstraße: le ho scoperte piano piano, quando ancora faceva caldo, ma alla prima folata di vento bisognava mettere subito il giubbotto. Le ho vissute in autunno, e le sento mie. Oggi le ho attraversate tutte col pensiero. Ho rivisto l'università, casa di Edo, il quartiere residenziale silenzioso che attraversavamo quando volevamo passeggiare, il Tiefenrausch, Heger Tor, la palestra del calcetto, il ristorante vietnamita e il kebabbaro migliore del mondo: tutto. Voglio dire una cosa soltanto. I luoghi vanno vissuti, vanno sentiti: Osna per me è stato esattamente questo. E la mente va sempre lì. 

Wo das Herz schlägt.