mercoledì 20 dicembre 2017

Si torna a casa

Barba? Fatta. Del tutto. Come non accadeva da molto tempo. Bagagli? Pochi. Pronti. Zaino. In spalla, come sempre, pronto a una nuova avventura. Aspettative? Molte, sia quando sono partito per quest'esperienza, sia ora che torno a Pordenone per una settimana. Soddisfazioni? Molteplici. Sono una testa dura, perseguo ciò che voglio finché non lo raggiungo. Regali? Fatti. Quasi. Conta il pensiero, ma non solo. Sono su un treno che va a 300km/h verso Francoforte, e domani volerò a chissà quale velocità verso casa. Verso Casa. Anche se casa l'ho appena lasciata, e ci farò ritorno tra una settimana circa. E ho già voglia di tornarci. Mi viene difficile conciliare queste due vite, così distanti ma così in contatto, costantemente sovrapposte. Torno da chi non vedo da tre mesi, certo, ma lascio delle persone per una settimana. Una settimana, in Erasmus, vuol dire almeno un mese e mezzo. So già che mi sembrerà stranissimo parlare italiano per strada, e ancor di più sentirlo parlare. Ma non rinnego nulla, ci mancherebbe. Non vedo l'ora di rivedere la mia piccola dimensione. Ma non voglio abituarmici. Non vedo l'ora di tornare, a Casa, e a casa.

mercoledì 29 novembre 2017

Il sole arriverà

Passa sempre troppo tempo, lo so. Non per essere ripetitivo, ma non sono proprio di parola. Succedono tante cose, veramente. Non riesco a trovare del tempo per me stesso, e quindi questo blog perde di continuità. Mi dispiace.
Qui tutto procede, cresce, si sviluppa di pari passo col proseguire dell'autunno, che viene sempre più incalzato dall'inverno. Non so se sia positivo, uscendo dal contesto prettamente climatico. Faccio i conti con il mio essere categorico ed inflessibile, troppo spesso ultimamente. Ma purtroppo non credo di sbagliarmi. Non so se sono destinato ad avere intorno solo un determinato tipo di persona, non so se sono adatto al cambiamento, non so se sono adatto a determinate compagnie. Non so. Forse sta qui la mia chiave di volta. Forse il cambiamento di cui tutti parlano avverrà ora. Io per ora sto passando un periodo un po' difficile, all'insegna del grigio e del grigiore. Ma così come non può piovere per sempre, non può nemmeno essere sempre grigio. Il sole arriverà.

lunedì 6 novembre 2017

In alto

Non sono stato di parola. Raramente lo sono. Se leggi con frequenza questo blog, lo sai. Sono assolutamente discontinuo. Contraddizione evidente, ma realistica espressione di ciò che rappresento. Intervalli felici, intervalli felicissimi, intervalli in cui scrivo, intervalli in cui non apro nemmeno questa piattaforma. È già da qualche giorno che volevo scrivere qualcosa, ma sono sicuro di non averne avuto la piena intenzione: non ho mai deciso di ritagliarmi del tempo per me. Non so, sarà l'Erasmus. Tante cose sono cambiate e stanno cambiando. Non starò a raccontarlo in queste righe perché voglio che questo post sia di rottura rispetto a quella che sembrava una continua cronaca di ciò che sto scoprendo e facendo più o meno giornalmente. La sensazione che mi pervade è quella di non avere abbastanza. Questa esperienza mi sta facendo rendere conto di quanto io sia ambizioso. E so che ce la farò. Sto uscendo dalla mia zona di comfort, entrando in quella degli altri, e facendo entrare loro nella mia. È un continuo adattarsi e trovare la quadratura di un cerchio che nemmeno si chiude. Ed è meraviglioso. Punto al massimo, sempre.

sabato 30 settembre 2017

Chi l'avrebbe detto?

Stemwede. Non vi dirà nulla. Credetemi, non dice niente nemmeno a me, ma è nella schermata principale del mio telefono, da cui sto scrivendo ora, 10.25 del 30 settembre. È un paese? Una città? Quel che so è che è a metà strada tra Osnabrück e Brema, dove siamo diretti oggi. Ci sono sedici gradi e la nuvoletta nel widget del telefono fa pensare a un'imminente pioggia. Ma oggi non scrivo certo perché Stemwede abbia attirato la mia attenzione. Scrivo perché ci sono passato per caso, l'ho notata per caso, ma soprattutto perché fa casualmente parte di un percorso che di casuale ha ben poco. Tutto ciò è meraviglioso. Hot gates by Mumford & Sons nelle cuffie, a malapena quattro ore di sonno alle spalle, una serata da ricordare appena finita, una nuova avventura alle porte. Voglio urlare al mondo quanto sono felice, veramente. Non mi sono mai sentito così a casa, così bene. Vivo la vita da sempre al massimo delle mie possibilità, ma queste vette non le avevo ancora nemmeno immaginate. E non è casuale, credetemi. È quello che volevo.

martedì 26 settembre 2017

Un mare di cose

Giusto per darvi un'idea di quello che sta succedendo: non lo so. Mille cose da fare, poco tempo per pensare, prendere o lasciare: che fare? Andare, provare, osare. Questa è la risposta a tutto. E ci siamo dentro fino al collo. Ed è bellissimo.
23.27, appena finito di piegare i vestiti puliti usciti rispettivamente da lavatrice ed asciugatrice, finalmente qualche minuto per scrivere qualcosa. Non sarà qualcosa di articolato, ma penso ne valga la pena.
Le scorse giornate si sono susseguite freneticamente senza un attimo di respiro. Ho avuto la possibilità di conoscere un sacco di persone provenienti da tutto il mondo, ed è meraviglioso. Proprio domani è in programma l'International Picnic che, se riuscirà come spero, porterà in una sala un assaggio della tradizione culinaria di ben 13 paesi differenti. Al contrario delle mie aspettative, è pieno di italiani. Su 35 partecipanti al corso di tedesco siamo una dozzina circa. Nota positiva, direi, perché almeno abbiamo dei riferimenti che ci fanno sentire un po' a casa. Non che qui si stia male eh, tutt'altro, ma non si sa mai.
Un evento dietro l'altro, dicevo: lezione, pausa, lezione, pranzo, lezione o attività di approfondimento di vario tipo, cena, festa, beviamoci una birra e torniamo a casa presto, tanto sappiamo tutti che non andrà così. Non saprei come spiegare quello che sta succedendo, probabilmente perché nemmeno io lo spiego a me stesso, ma credetemi, una cosa è certa: è meraviglioso. Non c'è un solo momento in cui mi sia sentito deluso o insoddisfatto. È solo l'inizio, ma se queste sono le premesse, l'augurio è che questo Erasmus sia tutto così. All'insegna del "Dove andiamo? Che facciamo? Ma si, improvvisiamo", che vuol dire perdersi ma ritrovarsi tutti insieme, un po' ovunque, a fare cose che mai avremmo pensato di fare, con persone che mai avremmo pensato di conoscere. E quest'esperienza va vissuta fino in fondo, senza prendere fiato.
Gehen wir!

giovedì 14 settembre 2017

Sette giorni!

Con oggi si conclude la mia prima settimana in Germania. Prima di tante, sicuramente tutte interessanti e ricche di eventi. In questi giorni ho scoperto altre parti della città, e toccato con mano la creatività dei tedeschi. Esco Bar, Peter Pane (Paninoteca) e Bar & Celona Café sono alcuni degli esempi di creatività sicuramente efficaci, che hanno attirato la mia attenzione! Ieri e oggi, poi, ho finalmente visitato l'Università. Oggi, in particolare, ho risolto gran parte dei miei dubbi, e dato risposta a tutti gli interrogativi -burocratici e non- che mi sono balzati in testa in questi giorni. In particolare, poi, ho ottenuto un kit di base comprendente, tra le altre cose: una porzione di zuppa istantanea con le lettere dell'alfabeto; una porzione di caffè solubile; una bustina di tè ai frutti di bosco; merendine varie. Kit di sopravvivenza e di benvenuto in Germania sponsored by Universität Osnabrück. Meravigliosamente tedeschi, meravigliosamente efficienti. Prosegue la ricerca per entrare in qualche squadra di calcio, tra le altre cose. A quanto pare ce ne sono diverse sparse in città, quindi basterà andare per tentativi e trovare una squadra in cui potersi allenare bene e competere in una categoria in cui possa giocare. 
Ancora qualche giorno e si comincia, non vedo l'ora di iniziare questa mia avventura anche a livello accademico, e conoscere i miei compagni di Erasmus! A prestissimo!

domenica 10 settembre 2017

Nulla di (stra)ordinario

Domenica. E si sente proprio nell'aria, anche qui. Il weekend piovoso tanto annunciato dal meteo si è interrotto al venerdì, fortunatamente. Ieri un gran sole, che oggi diventa grandissimo fin dal risveglio, 9.13. Ieri gran bella passeggiata in centro alla scoperta dei mercatini notturni dell pulci della città, che saranno presenti anche stasera, presumo con bancarelle differenti da quelle viste ieri. Il mercatino delle pulci è qualcosa di normale, nella mia vita l'ho sempre visitato a Pordenone, almeno fino a che ne ho memoria, ecco. Ora credo non si faccia più, correggetemi se sbaglio. O comunque, è un'abitudine che forse viene perduta dopo il superamento di una certa fascia d'età. Attendo delucidazioni. In ogni caso, concettualmente è meravigliosa l'idea di non buttare via niente. Si può trovare letteralmente di tutto. Ieri in vendita ho visto di tutto: dalle audiocassette, ai film, ai giochi per console ormai obsolete, senza tralasciare i vestiti e gli accessori. Tra l'altro, si notifica un principio di pentimento per essermi lasciato scappare un cappellino blu della DC, credo avrebbe fatto al caso mio. Dovessi ritrovarlo stasera, non me lo farò sfuggire. Piccola precisazione: non vorrei che passasse l'idea che sono sorpreso da ogni cosa veda qui, tutt'altro. Quello che mi stupisce è la mentalità della gente, il loro essere persone aperte. Ieri il centro era pieno di colori ed etnie differenti. C'era un gruppo di ragazzi vestiti in camicia bianca, capitanato da un giullare vestito da Mario di "SuperMario Bros" che dava cioccolatini ai bambini, per farvi capire. È quella sensazione totale controllo, consapevolezza di essere forti, che mi attrae. Ma è sicuramente presto per poterla descrivere con precisione. Per adesso, accontentatevi del contrasto tra l'ideale di tedesco serioso che avete in testa, e SuperMario che estrae Kinderschokolade dalla cassetta degli attrezzi. Straordinario perché esce dal contesto, ordinario perché alla fine ci calza comunque a pennello.
Per la serie piccole soddisfazioni: ho imparato la strada dal centro a casa! Ammetto di averla studiata per bene all'andata, ma al ritorno niente navigatore e tanto spirito di avventura e intraprendenza. Sono piccole grandi conquiste da ricordare! E sopratutto, a trarne beneficio in primo luogo ci sono io, che posso guardare quello che ho intorno, e secondariamente il mio telefono, che risparmia batteria per non dovermi dire dove andare.

Dopo questo piccolo resoconto, vado a godermi un po' di sole in terrazzo. Buona domenica a tutti!

giovedì 7 settembre 2017

Esplorazione!

Premessa: non so quanto tempo potrò dedicare al blog in futuro, ma sicuramente metterò tutto me stesso per essere il più vicino possibile al concetto di "costante".

Detto questo, buonasera. 21.46. Dopo una lunga giornata, ci sono novità da raccontare, e questo fa parte del gioco. (in spagnolo "se encaja en el puzzle", si incastra nel mio quadro ideale di primo giorno) Oggi sono stato perlopiù col naso all'insù. Osnabrück è una città, per quel che ho visto, meravigliosa. Ho un'idea a cui la associo, spero di potervela trasmettere. Per chi ci è stato, è come essere al Medioevo a Valvasone, per chi invece non sa cosa sia, mi basta che la riconduciate a una città in stile medievale. Facendo qualche ricerca ho scoperto che è stata fondata intorno al 780 d.C, e devo dire che lo stile è rimasto tale. Certo, con un taglio moderno, ma meravigliosamente retrò. Sembra di essere dentro una fiaba mentre si passeggia per il centro storico, tra case antiche e grandi catene di fast food e negozi che si distribuiscono lungo i viali alberati. Un mix favoloso!

Non ho avuto un itinerario preciso. Ho semplicemente deciso di perdermi. Ho attraversato il campus della Hochschule, costeggiando il parco botanico, per poi arrivare nelle zone del centro, dove sono letteralmente incappato nel mercato della chiesa (Kirche am Marckt). Come direbbe un anziano signore che sono sicuro conoscerete tramite un famosissimo video, "Piccolo, però è caratteristico". (allego link youtube per i pochi che non lo conoscessero! https://www.youtube.com/watch?v=Pdky6EeDyPk godetevelo fino alla fine)
Da qui, mi sono addentrato nel centro, e veramente, non so come spiegare, l'ho trovato fantastico. Ordinato, curato, pulito, elegante. Ero in mezzo alla folla ma mi sentivo come in salotto, non so se rendo l'idea. Alle undici del mattino tutto era silenziosamente al suo posto, e personalmente mi ha impressionato. Rende l'idea di come tutto sia pensato, organizzato. Di come tutti sappiano cosa devono fare. Sebbene pensassi mi avrebbe dato fastidio, l'ho trovato... bello. Probabilmente perché diverso, ma sono rimasto impressionato da tutto questo rigore. Mi ha dato una sensazione di onnipotenza, di poter fare qualunque cosa. Non so spiegarmelo.

Sta di fatto che mentre giravo ho percorso una passeggiata sotto un viale alberato vicino al fiume e successivamente ho completato le mie due missioni giornaliere: comprare un ombrello e un adattatore per la presa di corrente del mio PC.

Partiamo dall'ombrello: pioverà praticamente sempre. È incredibile come cambi velocemente il tempo, perlomeno qui. Mi sono svegliato col sole, tempo di vestirmi e ha iniziato a piovere. Via la felpa: giubbotto leggero. Non potevo fare altrimenti! Non avevo ancora un ombrello! Tempo cinque minuti fuori casa e... sole. Caldo. Ma chi me l'ha fatto fare? Ecco, più o meno così tutto il giorno. Metti il giubbotto, togli il giubbotto. Folata di vento? Giubbotto. Raggio di sole? Via, subito! Goccia di pioggia? Resto in questo negozio due minuti, tanto smette. Quindi, decisione facile. Domani ombrello e felpa. Ma non è detto!

Seconda questione: adattatore. Esattamente il problema opposto che c'è in Italia, almeno credo. Le famose prese che perlomeno a casa mia chiamiamo "tedesche" hanno solo due buchi, giusto? Bene, il mio PC è l'unica delle cose che mi sono portato appresso ad avere la spina italiana, quindi tre buchi. Ho girato cinque, e sottolineo CINQUE negozi per trovare un adattatore che permettesse alla mia spina "italiana" di essere adattata al formato "europeo". Lo definirei un level up, ironicamente. Anti-europeisti, non storcete il naso, vi prego. Si fa per ridere. Detto questo, alla fine l'ho trovato. E il PC che prima era stato usato con tanta parsimonia, torna (ricaric)abile.
 Altrimenti...col cavolo che avreste letto questo post!

Domani mi aspetta un'altra giornata intensa, con tante cose da fare e soprattutto da vedere! Lascio qui sotto il link delle foto che ho postato sul mio Instagram! Dateci un'occhiata, se vi va!
Cliccami!

Dopo oggi, posso dirlo: Ich komme zum Glück aus Osnabrück!

Buona serata a tutti, a prestissimo!

mercoledì 6 settembre 2017

Un nuovo inizio

Sono sul Flixbus che mi porterà a Monaco di Baviera, ore 16.22 del cinque di settembre ’17. All’inizio di questo viaggio le sensazioni sono molteplici, le motivazioni numerose, e la voglia di arrivare a destinazione enorme. È il momento giusto per riflettere, lasciarsi andare un pochino. Avevo detto che avrei postato qualcosa con riferimento diverso dall’Erasmus, ma la verità è che mi è stato impossibile anche solo pensare in qualunque altra direzione. È un’esperienza che aspettavo, che desideravo, che ho voluto fortemente e che mi accingo a vivere con determinazione. E finalmente, ora che è arrivato il momento di partire, posso dire di esserci. Sono qui, attualmente vicino a Salisburgo, 16.27, ma ho la testa ad Osnabrück, mio punto di arrivo. Mi aspettano giorni di esplorazione, che ho deciso di prendermi per conoscere meglio la città e iniziare ad ambientarmi. Nel mio immaginario mi vedo con lo zaino, un panino in mano, le scarpe da ginnastica e il contapassi che a fine giornata mi ringrazia per avergli dato finalmente tregua. Ho voglia di muovermi e dì non perdere tempo. Saranno sei mesi da vivere al massimo, e ho intenzione di spremermi fino al midollo per trarre qualunque cosa positiva possa esserci in esperienze come questa. Idealmente, vi assicuro che ce ne sono parecchie, almeno dal mio punto di vista. Fremo dalla voglia di poter confermarlo toccando con mano le cose, avendo esperienza di ciò che significa veramente essere uno studente Erasmus. 
Alle spalle lascio tante certezze, questo è vero: il momento dei saluti è stato toccante, e anche se non sembro un tipo emotivo, vi garantisco che le emozioni in me si fanno sentire quando sono solo. Ho tante persone nel cuore, e mi ha fatto piacere ricevere messaggi, chiamate, note vocali, oltre che vederle. Vuol dire che ho lasciato qualcosa. E questo è importante. Tornerò e ci riabbracceremo, tanto non sto via molto, tranquilli. E poi, i più temerari potranno sempre venire a trovarmi!

A me stesso voglio augurare il meglio in generale. Non parto con obbiettivi, aspettative. So che sarà bellissimo e basta. Sarà bellissimo perché sarà dinamico, e mi permetterà di eludere la monotonia. Sarà bellissimo perché sarà unico, mio. E sarò felice di trasmettere a chi avrà voglia di seguirmi quelle che sono le mie esperienze, le mie gioie e le mie problematiche, perché quelle non mancano mai, ma fanno parte del gioco. Ed io voglio giocare, ho una voglia matta di scendere in campo e fare la differenza in questa sicuramente meravigliosa tappa della mia vita. E allora brindo a quando rivedrò i miei cari, e brindo specialmente a me, ad un 5 settembre ’17 vissuto con l’animo spensierato, l’animo di chi non ha paura, ma voglia di sperimentare e superare l’ostacolo. Viva!

giovedì 27 luglio 2017

Capitolo -1

Sarà fantastico, già mi ci vedo: lontano da qui, col sorriso di chi sa cosa vuole, di chi non aspettava che quel momento, di chi è convinto che riuscirà. Mi immagino una città viva, dei compagni di avventura carichi di entusiasmo, dei compagni di appartamento volenterosi e aperti. Mi immagino le luci soffuse al rientro dopo una giornata intensa, o l'albeggiare quando si va verso casa, dopo aver fatto le ore piccole. Mi immagino tanti tramonti, tanti piccoli momenti di completezza. Di quella completezza, sensazione a me ormai quasi estranea, che ti fa sentire il re del mondo, al posto giusto nel momento giusto. Perché è così che mi sento. E non si tratta solo di aspettative, ma di sapere di star facendo la cosa giusta. E non si tratta di auto-convinzione, ma di una certezza. La certezza di voler vivere al massimo questa esperienza, perché è hic et nunc, hier und jetzt, qui e ora. Ich komme, Deutschland. Ich komme, Leben.
Per quanto riguarda chi mi legge, mi segue, mi dà anche solo un minimo di importanza: tranquilli. Sarete bombardati di post, qui e sui miei social. E se tutto andrà come ho pensato, ci sarà anche qualche video interessante da poter apprezzare. Ho in mente un bel progetto che spero di portare avanti come ho pianificato. Detto questo, 01:16 del 27 luglio 2017. Manca circa un mese e mezzo. Ci vediamo al capitolo zero: Giorno prima, partenza, arrivo a Osnabrück e prime impressioni. Nel mezzo ci saranno altri post probabilmente, ma non riguarderanno il mio Erasmus. Buonanotte, e buon proseguimento a tutti.

giovedì 20 luglio 2017

Lasciati andare



Siediti, mettiti comodo.
Un bel respiro
Chiudi gli occhi
Lasciati andare

Anche oggi
 C'è il Sole
E tu cammini
In un campo di fiori

Ciò che non vuoi
Lo devi escludere
Chiudi gli occhi
Lasciati andare

Saprai cosa fare
Di volere
In qualche modo cambiare
Per poter volare

E ignorare
Quel dolore
Che ti fa esitare
Ci devi provare.









Contenuti

Tanto così. Non serve l'immagine a rendere il concetto, basta l'espressione. Manca tanto così. La partenza è dietro l'angolo. Ci tengo a ribadire quanta fame io abbia. Quanta voglia di dimostrare a me stesso cosa so fare, cosa sono, quanto sia convinto di voler diventare ciò che voglio dal profondo. Saranno sei mesi cruciali, in cui darò tutto me stesso. Me lo prometto. Ho intenzione di rivoluzionarmi. Ancora, più di prima, più di ogni volta. Sono fatto così. Odio le etichette, in primis quelle su me stesso. Non ne ho mai avute, né voglio averne. Credo sia la mia forza. Mi cimento in tutto ciò che mi capita davanti, e quest'opportunità non va sprecata. Questo spazio diventerà anche un diario, un documentare continuamente quelle che sono le mie esperienze. Vorrei fosse una cassa di risonanza che permetta a tutti coloro che lo vorranno di vivere dal mio punto di vista questo viaggio che sono certo mi cambierà la vita. Perché voglio che sia così. Per questo saranno maggiori le condivisioni sui social, saranno di più le immagini, i contenuti. Perché voglio che qualcosa resti ad ognuna delle persone che spende anche solo un secondo per leggere qualcosa. Perché sono per il dare incondizionato. Non ho nulla da perdere, e voglio godermela. E parlo in generale. Da ora darò massimo, fin che ne avrò. E vi garantisco che il momento in cui mi sentirò scarico è molto lontano. Stay tuned, tra un mese e qualche giorno si parte. E nulla sarà come prima, questo è certo.

lunedì 3 luglio 2017

Scegliti

Non c'è nulla di poetico
In una vita monotona,
Sgonfia,
Che non va come dovrebbe.

Non c'è nulla di buono
In uno sguardo vuoto.

Hai bisogno di te.
Riprenditi.

Al comando della tua vita
Ci sei tu.

A decidere chi sarai
Ci sei tu.

Non ci sei più
Devi svoltare.

Non guardare giù
Abbi il coraggio di rischiare.

Ancora uno sforzo!

Come ogni periodo di esami che si rispetti, mi trovo di fronte all'ultimo ostacolo. Domani orale, poi un ultimo scritto di scarsa importanza e sarà tutto finito, almeno per quest'anno. Sto affannosamente procedendo verso questo momento. So che sarà una liberazione enorme, perché sono consapevole di essere al limite. Come a febbraio, dopotutto. E se il mio modo di vivere determinate situazioni è veramente così ciclico come penso, alla fine del tunnel ci sarà la luce, e sarà abbagliante.E, ripensandoci, non può che andare meglio di com'è andata qualche mese fa. Non potevo immaginarlo, ma si è trattato di una luce abbagliante, ma poco duratura. Questa volta però, posso dire di sapere cosa mi aspetta. Mi aspetta un lungo viaggio alla scoperta di me stesso, in mezzo agli altri, in un mondo nuovo, che mi metterà davanti le mie difficoltà, ma che sono sicuro mi farà crescere parecchio. Non vedo l'ora di partire, non vedo l'ora di andarmene da qui. Ripartirò, come sempre, da me. Perché credo sia quello che so fare meglio. Ho bisogno di navigare in un mare di nuove emozioni, ora più che mai. Ora che nessuno stimolo mi accende, mi fa sentire vivo, ho bisogno di quella scossa che mi permetta di tornare ad avere fame, ambizione, voglia di non fermarmi mai. Sono a metà della salita, non posso certo fermarmi, e non devo assolutamente guardare indietro. La testa guarda davanti a me, il naso è rivolto all'insù, perché è in alto che devo arrivare, perché è il cielo il limite da superare. Perché io voglio volare. Devo solo resistere ancora qualche settimana, ricaricare le pile, continuare a salire. E comunque, guardare in basso non fa paura, garantito. Io laggiù non ci voglio tornare.

martedì 20 giugno 2017

Cresci.

Sono le opportunità: quelle cose che devi cogliere. Sono i sorrisi: quelle emozioni che devi trasmettere. Sono gli incoraggiamenti: quei buffetti che devi ricevere. Non ti abbattere, non ti fermare. Chi ti critica ha imparato solo a giudicare. A puntare il dito, a non comprendere il tuo punto di vista. A non venirti incontro. A non venire incontro a una nuova frontiera, a un nuovo punto di partenza. Perché è questo ciò che siamo: punti di partenza. Ognuno è un inizio per qualcun altro. Ognuno è ispirazione per il prossimo, ed è ispirato dalle persone che lo accettano. A chi non accetta la diversità, a chi dà e si dà per scontato, a chi si limita alla propria dimensione, a chi non ascolta la natura e le sue sfumature, a chi tace. A lui dico di crescere. E lo dico in primis a me stesso, spesso troppo chiuso e volutamente sordo. Ma sempre disposto a fare un passo indietro alla ricerca della strada giusta. E questo no, non è per nulla scontato.

martedì 23 maggio 2017

Siamo solo all'inizio

La cifra tonda incute sempre un certo terrore in me. Scrivere su questa piattaforma è per me una valvola di sfogo, un modo per rischiarare i pensieri che mi passano per la testa, per dare un ordine a ciò che scatena in me un qualche tipo di turbamento, sia esso positivo o negativo. 19.000. Diciannovemila. Diciannovemila click all'interno del mio spazio, che è e resterà mio, perché costituisce ormai un pezzo di me. Fanno un certo effetto, concedetemelo. Quello che è certo è che si tratta di un gran traguardo, a mio parere. Non a livello numerico, perché un numero simile di contatti spalmato in quasi quattro anni di più o meno costante attività è irrisorio, bensì a livello personale, emozionale. Si, perché qui dentro ci sono esperienze di vita vera, emozioni, sensazioni, delusioni, gioie, dolori. C'è di tutto. Non c'è e non ci sarà mai la mia persona nella sua interezza. Può essere un biglietto da visita da aprire ed interpretare con la massima cautela, ma sicuramente non un quadro completo della mia dimensione mentale e del mio modo di vedere e percepire il mondo e ciò che mi sta intorno. In questo post non voglio ringraziare nessuno di voi, anche se qualcuno un ringraziamento lo meriterebbe, in effetti.

In questo post verso la stragrande maggioranza di questi 19.000 (cacchio) click io voglio puntare il dito e tendere una mano allo stesso tempo. Punto il dito perché in quattro anni di pensieri, di emozioni e di massima apertura su questa piattaforma, mi sono arrivate tante pacche sulla spalla, ma di queste onestamente non me ne faccio molto. Ciò a cui ambisco sono le critiche costruttive. Punto il dito e accuso chi legge senza voler comprendere perché spero sempre di trovare qualcuno che dica "Stai dicendo una grossa cavolata, io non la penso così" e apra una discussione costruttiva riguardo il mio modo di vedere le cose. Credo e crederò sempre nel confronto, e per questo il mio puntare il dito è anche un tendere la mano al prossimo. Apritevi, parlate di amore, di sorrisi, di sensazioni, emozioni, dolori, difficoltà, problemi a scuola, scelte difficili della vostra vita. Nessuno di noi è solo. Nel caso peggiore, siamo con noi stessi. Non si sta tanto male, ma si cresce solo di fronte alle opinioni differenti, agli scambi impari. Ed io, più di tutti, ho voglia di verità scomode.

giovedì 11 maggio 2017

Verso la partenza

Voglio andarmene. Uscire da questo posto, ma soprattutto da questa realtà. Realtà in cui non mi identifico, in cui soffoco, in cui non esistono spazi che possa definire miei. Sono costantemente a contatto con qualcosa, qualcuno, legato a ciò che mi circonda. Vorrei puntare il dito a caso sul mappamondo, e andare. Ma per quanto fortunato sono, finirei in un posto pieno di gente. Vorrei piuttosto un'isola deserta, o una di quelle case in campagna sperdute nelle lande scozzesi, nei paesi senza tempo che tanto mi piacciono. Dove il silenzio la fa da padrone, dove i pensieri fanno rumore. Tutto questo chiacchiericcio inutile mi opprime, non mi permette di allargare i miei orizzonti. Non c'è empatia, qui. E a risentirne è la mia tranquillità. Fortunatamente, settembre è dietro l'angolo, e volerò via. Devo solo tenere duro e non pensarci. Viverla a cuor leggero, come sempre. E così farò. Per poi tornare, finire il mio percorso e puntarlo davvero, il dito sul mappamondo. Ripartire da zero, ripartire da me. Questa è la sfida. Questo sarà l'inizio.

domenica 30 aprile 2017

Scintille

Nel marasma di persone vuote, voglio trovare quella che mi accenda. Sono infiammabile, e cerco il mio fuoco. Vorrei vivere la mia vita come un tango. Deciso, passionale, vibrante. E per quanto sia difficile non sentirmi in empatia con nessuno, nonostante la distanza, ti sento. E tutti gli indizi portano a te. Brilliamo insieme.

martedì 18 aprile 2017

Esperimento sociale

Vediamo cosa succede. Parto da una premessa: ultimamente sto riuscendo ad aprirmi con le persone e a spiegare quello che sento, cosa mi spinge a scrivere e a parlare di una cosa piuttosto che di un'altra. Ammetto di aver visto questo spazio per me assolutamente sacro come un ostacolo relazionale, perché eccessivamente "ricco" come biglietto da visita. "Se ti va, leggimi" era diventata paurosa da pronunciare, perché apriva in modo troppo brusco un mondo che le persone vogliono conoscere lentamente, è appurato ormai. Pertanto, mi sono volutamente ritagliato il mio spazio nascosto: via dai social, basta condivisioni (se non in casi eccezionali) e il minimo di visibilità indispensabile.

Il mio essere testardo però mi costringe a fare sempre un secondo tentativo. Questa volta non voglio essere io il trampolino di lancio per questa piattaforma, ma vorrei lo foste voi. Voi lettori fissi. Qualcuno ce n'è, lo vedo dalle statistiche. Non siete tanti, credetemi. Quando arrivate a quindici per post è un miracolo, ma onestamente non mi cambia. Questo spazio è mio. E può sembrare un controsenso, lo so. Mi rendo conto però che sempre più persone fanno fatica a parlare di cose importanti, profonde, di difficile argomentazione oggettiva. Sempre meno persone parlano di sentimenti, di sensazioni, di istinti. Per questo vorrei lanciare questa pietra nello stagno, sperando nel riverbero più intenso e ampio possibile. Invito quindi chi legge questo post a spulciare nel blog alla ricerca del post che più lo ha colpito e a condividerlo, magari scrivendo due righe, taggandomi, non lo so. Non vuole essere una ricerca di maggior visibilità, ma un input per discutere, costruire un dibattito, apprendere cose nuove. Io mi affido a chi mi legge. Abbiate il coraggio di esporvi, non necessariamente come faccio io, ma fatelo. Il confronto è meraviglioso, sia esso con sé stessi o con il prossimo.

Infine, sempre tramite questa idea, mi piacerebbe scovare una persona appassionata di fotografia per condividere un progetto insieme su questa piattaforma. Aspetto vostre segnalazioni, e spero possiate vedere la mia idea realizzata in un futuro non troppo lontano, ma questo dipende da voi.

Che gioia

Martedì. Giornata di transizione passata a riposare. A capire cosa è successo e a fremere per cosa succederà. Domani si parte, destinazione Volterra, destinazione Parlamento Europeo Giovani. Ho i brividi solo a pensarci. Dopo quattro anni tornerò dove tutto è iniziato. Meraviglioso è dir poco, non potrei chiedere di meglio. Un'esperienza da vivere al massimo, sicuramente. E dopo ieri, ci arrivo veramente al massimo. Una giornata semplicemente perfetta. Poco da dire, tutto al posto giusto, al momento giusto. In qualche modo è arrivata la carica che cercavo, che volevo. Proprio quando meno me l'aspettavo. Come quando una persona ti guarda negli occhi e ti fa capire che quel momento è perfetto. Che sia amicizia o qualcos'altro di indefinito, non importa. Il momento è quello che conta, l'essenza delle persone fa la differenza. Mi sento vivo. Ed è incredibile. Che belle le emozioni vere, che belle le persone sincere. Estàs a mi lado.

venerdì 14 aprile 2017

Sensazioni

Non tutti possono
Permettersi
Di vivere
Di sensazioni

I colori
Le emozioni
Le parole
Gli squarci

Risultano amplificati
Negli occhi
Nei pianti
Nei sorrisi

Di chi vive
Nella sua essenza
La vita.

giovedì 13 aprile 2017

Parte del tutto

Io in questa avventura mi ci voglio immergere al massimo delle mie possibilità. In questa avventura che dura ogni giorno, che si chiama vita, che si chiama esplorazione, curiosità, voglia di conoscere e di sentire, percepire le emozioni nella loro essenza più pura. Contemplare non fa per me. Criticare, discutere, interagire, osare: questo si, mi piace. Mi piace sentirmi parte di un movimento. E da qualche giorno posso dire di ambire ufficialmente ad essere parte di coloro i quali sono fortunati fruitori di Erasmus. In attesa della mia effettiva partenza, chiaramente, fissata per ottobre. Generazione Erasmus. Mi ci identifico abbastanza, idealmente. Zaino in spalla, bagagli ridotti allo stretto indispensabile, e un carico molto più consistente di sogni, aspettative e speranze. Opportunità. Da non lasciarmi scappare. Non mi sento di dire molto altro, con la testa sono già ad ottobre. Anticipare mentalmente un evento ne facilita l'accadimento.
Ci vediamo presto, Erasmus.

Maschere

Cambiare spesso 
Punto di vista
Aiuta.
Rivela noi stessi
Per ciò che siamo
Ma che non vediamo

Perché facciamo
Qualcosa
Impersoniamo
Qualcuno
In cui
Non ci riconosciamo.

Siamo attori
E spesso mentiamo
Ci nascondiamo.
Fuggiamo
In primo luogo
Da noi stessi. 




mercoledì 29 marzo 2017

Palpebre

Basta sbatterle, rapidamente
Per vederti
Sei in mente
Vorrei scordarti

Ma sei lì.

Le mani che parlano per te
Consumate dalla carta
Quasi te ne vergogni
Ma è ciò che vuoi

Ed io sono
Un gran testone

Orgoglioso, ferito, solo
Mi aggrappo a ciò che c'è
I sogni, le speranze
O forse solo

I ricordi
Che riaffiorano
Quando chiudo le palpebre
E apro la mente.


domenica 19 marzo 2017

Tutto e subito

Ogni giorno mi chiedo
Quante cose ci sfuggono
Ci penso, mi siedo
Vogliamo quelle che si distruggono.

Un buon libro, un tè
Il silenzio, io e me
Vivere un momento
Non crea godimento

La priorità è luccicare
Condividere fa volare
Ma pensi di volere
Qualcosa che non ha valore?

Una storia di ventiquattr'ore
Non è altro che un bagliore
Che si spegne veloce
In un attimo, come la luce

La candela accesa 
Nel momento importante
Non è romanticismo
Ma voglia che duri il più possibile

Sono questi momenti
Portatori di pace
Colmi di sentimenti
A renderti felice.






Ripartire

Non devo perdere la lucidità. Non devo lasciarmi andare, non devo limitarmi a raccogliere senza discriminare. Dopo una delusione, un epilogo indesiderato, il riscatto non sta nel sentirsi accettati o nel riscontrare consensi. Sta nell'accettarsi e nell'andare bene a sé stessi. Devo riflettere su ciò che sono, ciò che ho, ciò che ho perso, ciò che posso guadagnare. Credo non mi sia mai capitata una situazione simile, e ammetto di essere in grave difficoltà. Non è facile gestirmi, non è facile stare calmo, ed è impossibile far finta di niente. Sono giorni difficili ma passeranno. Devo solo riuscire a non accontentarmi e ad andare bene a me stesso. Forse la soluzione è davvero la solitudine.

giovedì 16 marzo 2017

La rincorsa

Stasera sento il bisogno di dire a me stesso che ho voglia di volare.
Ogni tanto aiuta motivarsi, cercare incoraggiamento, trovare un appoggio su cui fare forza per darsi la spinta. Se ieri era il punto zero, oggi vorrei che fosse l'inizio della rincorsa. L'inizio della rincorsa che vorrei mi desse lo slancio per non fermarmi mai. Per avere sempre fame, voglia di raggiungere degli obbiettivi e di pormene altri da conseguire subito dopo. Voglia di essere felice, indipendentemente dalla mia situazione sentimentale. Voglia di ridere, di fare festa fino al mattino, di bermi una birra da solo al tramonto su una collina di fronte a un vigneto. Voglia di prendere e andare: non importa con chi, non importa dove. Importa il come. Lo spirito, la determinazione. Voglio divertirmi. Voglio andare a dormire la sera sapendo di non aver perso tempo, di star lavorando per qualcosa di migliore. Di star cercando di toccare con mano un futuro che si staglia nella mia testa come un'idea lontana, ma in cui credo. Me ne vado per la mia avventura. Sarò lieto di condividerne il percorso con qualcuno, specialmente con i miei amici. Ma io non mi fermo. Là fuori ci sono talmente tante cose da fare, vedere, scoprire, vivere. E io voglio divertirmi.

mercoledì 15 marzo 2017

Punto zero

Non c'è fotografia che la valorizzi abbastanza. Non c'è definizione in cui si possa racchiudere. Non c'è immagine, donna, momento a cui si possa comparare. Venezia è semplicemente meravigliosa. E oggi poterla girare in lungo e in largo per qualche ora mi ha fatto riassaporare tutti i ricordi che vi ho depositato vivendoci. Una passeggiata in compagnia di me stesso, che ha significato molto. Il contesto, tante volte, aiuta. E i riflessi, i giochi di luce dell'acqua, sommati ai colori degli edifici, hanno provocato uno di quei sorrisi che difficilmente vanno via. E devo portarlo dentro, perché mentre sorridevo guardavo avanti, meravigliato. Pronto ad accogliere o affrontare ciò che sarà, senza paure né timori. Con gioia, con voglia. Un tuffo nel passato che dà la carica per il futuro. Lascio alle spalle la negatività di un venerdì per me fatale, che ha tracciato un solco su quella che sembrava essere per me la retta via, ma che invece si è rivelata l'ennesima strada sbagliata. Ma chi si ferma e si arrende, è perduto. E sognare, non costa nulla: ogni cosa si supera, ogni cosa si assimila, ogni cosa ci migliora. Grazie Venezia. Anche se il treno ha corso dalla parte opposta di quella abituale, è stata una tappa doverosa e fondamentale. Chi mi conosce lo sa, viaggio controcorrente e sono un testone. Ma la perseveranza paga. E io nuoto sempre più forte.

sabato 11 marzo 2017

Che amarezza

Una cosa molto difficile ma che mi piace fare è esprimere un'emozione a caldo, appena succede qualcosa. In questo caso, fortunatamente, se ne è presentata l'occasione. Ieri sera ho bevuto qualche drink di troppo, quindi ora sono a letto che vegeto. E accadde il fattaccio. Ed ecco la mia reazione.

Basta.

Basta con le false speranze, con le false promesse, con i sorrisi, con le belle intenzioni. Forse è veramente la deriva dei sentimenti, dei rapporti biunivoci, di rispetto reciproco. In cui il confronto faccia a faccia e la telefonata cedono il passo al messaggio, alla nota audio, alle stories di Instagram o a chissà quanti altri mezzucci utili ad alleggerire il peso delle responsabilità. Questo vuole essere uno sfogo, e non un dito puntato. Perché gli errori di valutazione possono capitare, ma mancare di rispetto è inaccettabile, e danneggia l'umanità che una persona mette nelle relazioni interpersonali, di qualunque tipo esse siano. E io, in questo caso, ne avevo messa tanta.
Quello che devo fare è rialzarmi e non smettere di perseguire ciò in cui credo, che sia un rapporto di amicizia o d'amore, poco cambia. Ho dei valori, delle idee in merito, e vorrei trovare chi li incarna. Resta la speranza, cresce il cinismo. Ma quello è temporaneo.


"Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto. Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani"


Tornerò, come prima, meglio di prima.

lunedì 13 febbraio 2017

Un giorno particolare

Non so come intitolare questo post. Non mi viene in mente molto. Manca un'ora allo scoccare della mezzanotte, e poi sarà San Valentino. Giorno di festa per gli innamorati, per coloro che condividono un percorso e un sentimento che li unisce. C'è ben poco da dire in riferimento a questo giorno. Si possono fondamentalmente identificare quattro macro-gruppi (più uno) di persone che affrontano San Valentino:

1. Le coppie innamorate.
Meravigliose! Questo è il vostro giorno, è il giorno in cui più che mai festeggiate ciò che siete. Ed è bellissimo! Avete fatto diventare realtà quelle che erano le vostre intenzioni, e se siete insieme, state bene. Molto poco da aggiungere, fate solo che bene a festeggiare. In alto i calici!


2. Gli innamorati che però sono soli.
Categoria spinosa questa. Non vive una situazione facile, di sicuro. Ma se l'amore ha una forza è quella che porta chi lo prova a non mollare mai. Il mio augurio a voi è di perseverare e di conquistare il vostro/la vostra amata. Festeggiate anche voi domani, non disperate! Bisogna guardare con ottimismo alla vita, altrimenti questa non ci sorride!


3. Coloro i quali credono che San Valentino sia una mossa commerciale.
Serve dire qualcosa? Invidiosi.


4 Single per scelta.
Signore e signori, la categoria che ormai da anni fa a sportellate con la propria coerenza, ottenendo paradossalmente sempre più consenso all'interno della massa. Sono "onorato" di presentarvi i Single per scelta, coloro i quali non solo non cercano l'amore ritenendolo inutile, ma nel 99,9% dei casi aderiscono a eventi Facebook del tipo "vomitare sulle coppie" o affini, annientando anni e anni di romanticismo, per non si sa quale motivo, e spesso e volentieri risultando solo acidi e antipatici, che credetemi, non sono complimenti.


5. Coloro a cui non frega fondamentalmente niente di San Valentino
E niente, questa è una categoria di quelle che si piazzano in fondo per accontentare gli esclusi.

Oggi post un po' diverso dal solito, ma sono sicuro che chi mi conosce e mi legge abbastanza spesso abbia colto la mia posizione (non così poco identificabile tra l'altro) e possa prenderla con filosofia. Detto questo, buon San Valentino a tutti!

domenica 12 febbraio 2017

I giganti tornano mulini

Una settimana. Quante cose cambiano in un così breve lasso di tempo. Perché la svolta è dietro l'angolo, e il vero coraggio sta nel voler svoltare, nell'affrontare l'ignoto. Nel cogliere l'attimo. Perché quando stai bene con te stesso e sai di star facendo le cose come devono esser fatte, non ti ferma nessuno. Ed è la fotografia perfetta del mio fine settimana. Perfetta, veramente. E mi dà la carica per affrontare queste settimane. Domani ricominciano i corsi, ricomincia la routine tutt'altro che monotona che fa parte del mio percorso di formazione come persona. Ho fame, voglia di essere. Voglia di correre, saltare, di darmi da fare. Voglia di affrontare le cose a viso aperto, col sorriso di chi sa di non doversi mai fermare.

Ho sconfitto il malessere che mi ha afflitto in queste settimane. Vittima di una reclusione forzata causa esami, e visibilmente provato dalla poca varietà di eventi verificatisi in questo mese, avevo finito per ritenere l'ostacolo insuperabile. Ma dalla cima della montagna la vista è pazzesca, e la scalata ha avuto il suo tornaconto. I giganti sono tornati ad essere mulini al vento. E io sono un Don Quijote che ci ha creduto fino in fondo, e che ha vinto.
Se si affrontano le cose con l'animo in pace, col sorriso dentro, questo emerge. E fa bene. Ci mancherebbe.

Provateci, e non buttatevi giù.

 I giganti non sono altro che mulini, e i mulini, proprio imbattibili, non sono.

domenica 5 febbraio 2017

Ancora qui

Scusate l'assenza. Per quei pochi che mi seguono, mi pare doveroso giustificarmi, in qualche modo. O perlomeno scusarmi, appunto. Gennaio è un mese impegnativo, per tanti motivi: sessione universitaria, allenamenti al freddo, un po' di pioggia (anche se è febbraio) che non può mancare, qualche acciacco e la tensione alta in ogni ambiente che frequento, mi hanno tenuto lontano dal blog. Ma rieccolo.

Con oggi si conclude una settimana disastrosa. Penso di non aver mai visto girare le cose così male come in questi sette giorni. Veramente incredibile. Una serie di coincidenze negative così non si vedeva da un pezzo. Ma, come penso sempre, ogni cosa finisce. E tra otto minuti è mezzanotte. Inizia un'altra settimana. Inizia un nuovo capitolo. Si tira una bella riga e si ricomincia da sotto. Col sorriso.

Breve e conciso, lo so, ma è pur sempre qualcosa. La mia vita è abbastanza monotona in questo periodo e per me è molto frustrante, motivo per cui preferisco parlare poco, anche perché sprizzo odio da tutti i pori ultimamente.

A presto.

lunedì 16 gennaio 2017

Venirsi incontro

Collegati a distanza 
Come il Wi-Fi
Dove il dialogo
Finisce al "Come stai?"

Come mai? 
Che sarai?
Dove andrai?

Non ti interessa
Neanche far capire
Che ti importa
Devi solo apparire

L'ossessione
Ciò che ti stressa
E' condividere 
Quanto qualcuno ti pressa

La realtà virtuale
Non ammette
Profondità emozionale.




giovedì 12 gennaio 2017

Siate ciò che siete

Sorprendentemente questo 2017 potrebbe rivelarsi un anno di rinascita per il blog. Mi viene spesso voglia di scrivere, mi viene spesso voglia di raccontare e raccontarmi. Non so se sia una cosa positiva, i miei momenti felici sono sempre stati caratterizzati dallo scarso numero di post, ma ora non voglio pensarci. Rispondo a un messaggio e torno, un secondo solo. Rieccolo. Un minuto dopo, poco importa. Dicevo, non voglio pensare a quanto scrivo, voglio solo scrivere. Non so perché, ma sento che quest'anno sarà buono, in qualche modo. Non so in quale ambito, ma sarà soddisfacente.

Ultimamente poi mi capita spesso di pensare al viaggio, a cosa c'è fuori. La mia voglia di scoprire il mondo sale sempre di più, e credo non resisterò ancora molto qui. Mi sento chiuso. Vorrei anche tornare in Spagna, cosa che non faccio ormai da cinque anni (a giugno saranno sei, non va bene). Mi manca il legame con la terra, con la gente, con tutto ciò che è Spagna. Lo dicevo a papà oggi mentre parlavamo di quanto freddo ci sia in questo periodo: (si, parlo spesso del freddo ultimamente, perdonatemi e portate pazienza) il mio sguardo è rivolto verso Sud, c'è poco da fare. Non so gestire le basse temperature. Excursus climatico a parte, vorrei che quest'anno fosse ricco di spontaneità, di istinti.

Vorrei tanto conoscere qualche persona genuina, diretta, priva di pregiudizi o schemi mentali, che valorizzi la connessione piuttosto che l'esclusione, che tenda a creare intesa, sinergia. Credo che i rapporti veri, amorosi e non, consistano in questo. Si, sono ripetitivo, ma penso sia necessario. Forse a causa della mia visione pessimistica del contesto in cui vivo, ma è importante sottolinearlo, fine del discorso. 

Niente, credo di aver finito di dire ciò che mi sentivo di dover dire. Il titolo l'ho messo, il mio modo di vedere le cose l'ho più o meno espresso, e va bene così. Tanto domani cambia tutto, di nuovo, come sempre. E sono curioso di sapere come andrà.

lunedì 9 gennaio 2017

12.46

L'amore ammette una sola dimensione. La profondità. Mentale, ma soprattutto emotiva. Più è profondo, più è paradossale. L'intesa nasce dalle personali congetture di due persone, che si leggono nel pensiero, che si capiscono con meno di uno sguardo, che si sostengono in ogni momento. Si tratta di una strana mescolanza di fattori spontanei che ti fanno sentire vuoto quando l'altro non c'è, e ti fanno esplodere il cuore quando sei di fronte a un gesto spontaneo, a un sorriso sincero, a ciò che è quotidiano. Si, perché l'amore è quotidianità, almeno per me. Poi, vedetela come volete. Amore è apprezzare i difetti dell'altro, e adattarsi agli spigoli del carattere di chi si ha di fronte o - meglio - a fianco.

Cercate l'intesa, la connessione, il dibattito, lo scontro. Cercate una persona profonda, costruite la profondità. Amate e non limitatevi alle apparenze, non sarà un like, non sarà una frase Tumblr, a cambiarvi la vita. Sarà un'emozione, statene certi.