La stanchezza... strana sensazione la stanchezza! Ultimamente
sentiamo moltissime persone dire: "sono stanco! Non ce la faccio
più!" ma cosa vuol dire essere stanchi?
Stanchezza
é quando nessuna parte del corpo risponde più agli impulsi, quando le membra
diventano deboli e l'unico desiderio é quello di buttarsi sul letto a qualsiasi
ora del giorno e chiudere gli occhi, senza pensare niente, é quando si scollega
il cervello, e si dicono le prime cose che capitano; vuol dire non 'esserci'
mentalmente e la nostra presenza diventa solo fisica e formale, per adempiere
agli impegni che é necessario rispettare in questo mondo caotico che ci
circonda, nel quale la vita non può essere che frenetica ed esigente. Non è
solo un’inevitabile conseguenza dello straziante ‘fare il proprio dovere’,
però, che arreca stanchezza; ci si può stancare anche con ciò che chiamiamo
‘dolce far nulla’. Come è possibile affermare un tale non senso? È vero,
vediamo quella di oziare tutto il giorno l’unica via di fuga da una vita così
stressante, ma non ci rendiamo conto, così facendo, che, nel momento stesso in
cui occupiamo la mente con qualcosa che in realtà è vuoto di contenuti e mentiamo a noi stessi autoconvincendoci che
poltrire è tutto ciò che vogliamo, stiamo utilizzando una grande parte delle
energie che ci sono indispensabili per sopravvivere alla stanchezza. Sprecare
il nostro tempo tendendo verso quella che è un’apparenza di serenità, porta
solo all’accumulo di agitazione –e l’agitazione è smisuratamente avida di
energie- e, quindi a ulteriore
stanchezza. La stanchezza, quindi, non è solo qualcosa da additare a ciò che ci
circonda, ma anche a noi stessi. Sembrerebbe non esserci una via d’uscita, ma a
credo che nessuno aspiri a una vita cristallizzata in un’eterna spossatezza.
Tocca
a noi smuoverci da questo torpore, e tutto parte dal nostro modo di porci..
Ognuno
di noi reagisce diversamente alla stanchezza. C'è chi si lamenta fino a
diventare una 'palla al piede', chi 'impazzisce' appare iperattivo e sprizza
energia da tutti i pori perché é arrivato allo stremo delle proprie forze: é la
cosiddetta 'follia', o 'ebbrezza da sonno' - che, devo ammettere essere il mio
status quo dell'ultimo mese. Oppure c'è chi diventa lunatico e in un primo
momento é felice, poi depresso e un secondo dopo ancora ride, urla, salta poi
si risiede, pensa, piange; una situazione che si potrebbe in extremis definire
di 'bipolarismo', ma che in realtà è dovuta all'esaurimento delle ultime
energie rimaste in noi.
Spesso,
quando si è stanchi, si dicono delle cose non ragionate e basate sull'impulso
del momento.. negli improvvisi momenti di tristezza, si esprime la propria
angoscia e la propria rabbia di getto, come sfogo, seguito a volte da un
noncurante "chissene frega?" fino ad arrivare a riflette su ciò che
si è detto e capire di aver agito in modo 'stupido' ed esagerato. C'è anche
un'altra categoria: quella di chi obbedisce passivamente alle regole e agli ordini
impostogli perché incapaci di reagire. Ci sono, inoltre, quelle persone che,
per non pensare a questa stanchezza, tendono a isolarsi e chiudersi nel loro
guscio, nel quale si sentono protetti e, qualora dall'esterno arrivi un
approccio di qualsiasi tipo, lo percepiscono come un attacco da cui difendersi
a spada tratta. C'è chi, infine, non vede l'ora di stancarsi e godersi a fondo
la vita fino ai limiti del possibile..
Dopo
molto (troppo?) relativismo, ci sarebbe,
secondo me, una conclusione comune a tutti, forse la più banale, ma anche la
più difficile da ottenere: una PAUSA!
“Embè?
Pause se ne possono prendere sempre” direbbe qualcuno. Legittimo. Ma il bello
de LA PAUSA sta nel riuscire a
sfruttarla al meglio e spremerla fino a riuscire ad assaporarne anche l’ultima
goccia come la prima; la parte migliore è poter rincominciare la vita frenetica
dopo la pausa, con i soliti “sono stanco”, “non ce la faccio più”, ma con
l’aggiunta di un sorriso e della consapevolezza che arriverà il momento di fare
un’altra pausa , nella quale poter fare
tutto ciò che ci rende felici, realizzati e ci libera dalla pesantezza della
stanchezza.
La
vita è qualcosa di affascinante e anche molto complesso, impossibile da
conoscere ma stimolante da analizzare e scoprite, come fosse un puzzle formato ma milioni di pezzi,
piccoli come schegge, che crescono di numero e si modificano tutti insieme in
base alle nostre scelte e che, uniti e ordinati correttamente, formano un
magnifico disegno, unico e, in qualche modo, rassicurante. La vita siamo noi,
con le nostre mille ‘maschere’.
L’immagine
della maschera è di Luigi Pirandello, ed è proprio con una sua frase che vorrei
concludere:
“Quando
tu riesci a non aver più un ideale, perché osservando la vita sembra un enorme
pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai; quando tu non hai più un
sentimento, perché sei riuscito a non stimare, a non curare più gli uomini e le
cose, e ti manca perciò l'abitudine, che non trovi, e l'occupazione, che sdegni
- quando tu, in una parola, vivrai senza la vita, penserai senza un pensiero,
sentirai senza cuore - allora tu non saprai che fare: sarai un viandante senza
casa, un uccello senza nido.”