lunedì 24 novembre 2014

Di getto

Il cielo rosso,
la musica giusta,
il battito del mio cuore.

Potrei forse chiedere di meglio?
Si, c'è sempre qualcosa di più,
di un tramonto color vermiglio,
del dolore che ti manda giù.

Certe cose bisogna volerle,
come quando si ha fame,
c'è da lottare per ottenerle,
e più si lotta, più si sale.



Scelte

17.45, momento di riflessione.

Capita a tutti di dover fare delle scelte, no? Cosa influisce nelle nostre decisioni? Quanto ci lasciamo condizionare da un sentimento, piuttosto che dalla ragione, o viceversa?

Più cresco e più mi rendo conto di avere davanti dei bivi, delle strade che si dividono, e che spesso sono a senso unico: non si torna sempre indietro, e quello che fa più male è probabilmente l'incapacità di cancellare il passato. Dalla scelta dell'università, passando per il voler continuare uno sport, al lato sentimentale, fino al voler mantenere i rapporti con gli amici più cari, ho preso delle decisioni e degli impegni con delle persone e soprattutto con me stesso. Con una certa dose di responsabilità o irresponsabilità (fate voi..), mi sono cimentato in ognuno di questi ambiti (e non solo) e ciò che è venuto fuori è un mix, spesso inspiegabile, di raziocinio e sentimentalismo. Sto facendo prevalere il primo aspetto, non lo nego. Magari è una cosa stupida, poco umana, ma per ora lascio che sia così, lascio che questo sia lo sfogo che succede a un periodo in cui non ho usato per niente la testa, pentendomene. Ora molte cose potrebbero essere diverse. Pentirsi forse non è il termine giusto, ripensandoci. Diciamo che ho scelto delle strade che ora non sceglierei, ma che mi hanno comunque aiutato a essere ciò che sono, e ora guardo al futuro col sorriso. Almeno fino alla sessione di esami di gennaio.

Buona serata

martedì 18 novembre 2014

Sunshine

Martedì. Quale giorno migliore per scrivere un po', se non quello in cui non c'è nessuna lezione da sostenere? Giornata soleggiata, aria fresca che dà tranquillità. Si, forse sarebbe meglio studiare, visto che non prendo in mano grammatica giapponese da qualche giorno, ma lo farò dopo.

Sto vivendo una nuova fase della mia vita, devo dire che mi sto riscoprendo come persona e questo mi rende felice. Anche grazie agli incontri fatti, alle persone conosciute, alle esperienze vissute e a una calma che ora non smette di pervadermi, posso dire di aver raggiunto una serenità interiore che mi sta aiutando a vivere a pieno ogni esperienza che mi si presenta davanti.

Sono molto felice di tutto ciò, e credo sia arrivato il momento di rimettersi in gioco, con una certezza in più: stavolta non rinuncerò a me stesso. Credo sia fondamentale come punto di partenza, perché credere in sé stessi è il passo iniziale per convincere gli altri. Non che io abbia nessun altro da convincere, semplicemente voglio chiarire il mio punto di partenza: io. Datemi pure dell'egocentrico, non mi importa, quel che conta ora è mettermi nelle condizioni di ripartire e di dare un senso a quello che sto facendo, perché in questo momento è ciò che mi rende felice. 

Ah si! Cosa non meno importante: ho ricominciato a leggere! Sono veramente entusiasta di aver ritrovato il piacere della lettura, e soprattutto di essere ripartito da uno scrittore che mi ha sempre affascinato: Nick Hornby. E voi direte, chi cazzo se lo caga questo? Beh, io. "Tutto per una ragazza" è stato il libro che mi ha cambiato il modo di vedere le cose: avevo quindici anni, era il giugno 2010 e leggerlo mi ha veramente aperto gli occhi. E' forse la lettura il primo passo per leggere dentro di sé? A voi la risposta.

venerdì 14 novembre 2014

La generazione degli adolescenti fatti in serie

Oggi non voglio pensare a nulla, diciamo che voglio solo scrivere. Dove pensate di andare se siete tutti uguali? Dove sta il punto di snodo tra una persona monotona e una persona interessante? Semplicemente, salvo qualche eccezione, non c'è più. Il risultato è che si finisce a omologarsi ad una massa ormai insostenibilmente grande, finendo per vestirsi tutti ugualmente, per parlare tutti allo stesso modo, per non essere più accesi da un fuoco interiore, bensì per essere legna per la combustione della società intera. Si, è un paragone un po' del cazzo, ma è così che va secondo me. La monotonia ci distrugge e non è possibile voler essere tutti uguali. 

Ma dove sta la causa della formazione di questa massa indistinta di esseri ormai incapaci di essere sé stessi? Ma si, nel rapporto tra uomo e donna! Si, pensate quello che volete, ma è così: ormai c'è un costante conflitto tra quello che si prova, e come si agisce effettivamente. L'uomo deve per forza essere il classico stronzo che non ti bada per far colpo, e la donna di contro fa l'apatica, la sostenuta che vive nel suo stato sociale da emancipata, ma che nei momenti di tristezza condivide il post che ti fa salire il diabete oltre che il nazismo per quanto incoerente sia nel contesto in cui lei si muove per rendersi attraente. Si vive di troppa apparenza, di troppa forma, senza badare alla sostanza: e la sostanza che si tende a reprimere tante volte è un "mi piace parlare con te", una dolcezza, un qualcosa di umano, che se viene meno, a causa di uno stato sociale ormai compromesso, rende attraente l'altro.

E' un mondo che non comprendo, che non voglio comprendere, e che non mi sforzo nemmeno di comprendere. L'amore non sta nella trasgressione, nel non dare attenzioni, nel soddisfare determinati requisiti, nell'avere un determinato dress code, o nel frequentare il locale giusto. L'amore sta proprio dall'altra parte, nell'accettare l'altro, nel preoccuparsi per l'altro, nella quotidianità. Detto da me potrebbe essere una controversia, ma ci sono dei momenti in cui bisogna essere razionali e pensare al proprio bene. Ma l'amore, nel mio mondo, esiste. Esiste anche se voi, anzi, NOI, perché involontariamente ci sono dentro anche io, lo stiamo banalizzando e rendendo qualcosa di così inutile da non dover essere necessario. Francamente non capisco il motivo di questi accadimenti, non capisco cosa ci sia di attraente nel non cercarsi. E non dite che siete persone fredde, perché le persone fredde e che non hanno voglia di cercare qualcuno non esistono. Non siamo nati per stare soli, mettetevelo in testa.

lunedì 3 novembre 2014

Titolo?

Diamo più importanza alla sostanza che alla forma: oggi niente titolo, oggi va così. Venezia è abbastanza mistica oggi: Nebbia e Umidità sono i principali protagonisti della giornata, e dominano su tutto l'ambiente lagunare. Un'atmosfera surreale la pervade, ma non mi dispiace sapere che sarà spesso così: dona a questa splendida città un alone di mistero, di segretezza, di unicità, che fa venire ancora più voglia di scoprirla in ogni suo aspetto. Un po' mi rispecchia, se vogliamo. Anche io ora voglio scoprire un "me" diverso, magari migliore, che si assume le proprie responsabilità e porta avanti le proprie scelte. E poco importa, francamente, se c'è qualcuno che reagisce male, se c'è qualcuno che non le accetta. In primo piano ora ci sono solo io. E questo mi rende magari non ancora completamente felice, ma sicuramente molto più sereno e libero di fare le mie scelte in modo consapevole e lucido, se non altro.

Dare poca importanza al titolo di questo post è un po' come dare poca importanza a sè stessi, un po' come escludere sè stessi da quello che si ha dentro. A me questo è capitato, non lo rinnego di certo, ma ho imparato da questo genere di esperienza e ora mi ritengo una persona migliore, più sincera con sè stessa e più serena, oltre che un po' più sicura di sè.

Per il resto, le cose vanno avanti con regolare frenesia, tra studio, spostamenti, serate con gli amici e tanto relax. Non potrei chiedere di meglio in questo momento per fare chiarezza nella mia testa e concentrarmi su quello che devo veramente fare.

Finalmente ritrovo il piacere di sfogarmi scrivendo qualcosa al computer, su questo spazio virtuale che per me è luogo di riflessione e magari di dialogo, di scambio di opinioni, di incontro di nuovi punti di vista sulle questioni che tratto. E' uno dei piccoli piaceri che mi concedo, vediamola così.
Ma non potete capire quante e quali soddisfazioni mi dia avere un piccolo spazio per me: canzone giusta, immagine fissa in testa e via, lascio andare i pensieri e scrivo di getto, senza studiare nulla a tavolino. Non mi piace pianificare nulla, non mi piace dovermi organizzare, le cose belle accadono all'improvviso e io faccio di tutto per farmi trovare impreparato. Tanto, chi vuole veramente qualcosa, se la va a prendere.